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In Iraq gli sciiti hanno preso il potere e il
governo sunnita di Saddam Hussein è stato
sconfitto. In Siria attualmente è in atto un
aspro conflitto tra Alawiti sciiti e i siriani
di fede sunnita. In questi giorni, in Iran, un
paese di maggioranza sciita, durante il ra-
duno dei paesi non alleati fa notizia il fatto
che il presidente egiziano Morsi ha iniziato
il suo discorso lodando i capi sunniti Abu-
bakr, Omar e Osman.
Cosa sono sciismo e sunnismo e da dove
deriva l’origine della loro disputa? Dopo
la morte del profeta (nel 632 d.C.), alcuni,
pur sostenendo Ali, il genero del profeta, la
maggioranza dell’assemblea dei saggi scelse
Abu Bakr come il successore di Maometto.
Tra i musulmani sostenitori di Ali nacque-
ro dei risentimenti per il torto subìto da Ali,
il prediletto di Maometto. Col tempo si for-
Shi’at Ali
, che vuol dire “fazione di Ali
(ci vorranno due secoli). Dopo la morte di
Abu Bakr, come suo successore l’assemblea
dei saggi non scelse per due volte successi-
ve Ali: la prima volta preferì Omar ibn al
Chattab e la seconda volta Osman ibn Affan.
Solo quando Osman venne ucciso dai ribelli
arabi fu eletto Ali, il genero del profeta (pri-
mo “imam” per i sciiti). Ali lasciò la città di
Medina per stabilirsi a Kufa sull’Eufrate; lì,
i neomusulmani erano non più arabi bensì
persiani. Dopo la morte di Ali, nell’anno 661
d.C., il governatore di Damasco Muawija
pretese il khaliffato mentre a Kufa, i fedeli
di maggioranza persiana scelsero Hassan
(secondo “imam”), primogenito di Ali non-
ché nipote di Maometto. Hassan, per evita-
re spargimenti di sangue, rinunciò alla sua
carica ricevendo in cambio un’ingente som-
ma di denaro da Muawij; quest’ultimo come
suo successore indicò suo figlio Yazid, men-
tre per gli sciiti Hussein, fratello di Hassan,
era l’unico e legittimo capo islamico (terzo
“imam”). Hussein, pretendendo il diritto alla
successione, lasciò con 70 uomini la Mecca
alla volta di Kufa, per rivendicare la guida
dei musulmani. Yazid, informato del fatto,
spedì un esercito di circa 4,000 uomini per
intimargli la resa. I soldati di Yazid accer-
chiarono Hussein e la sua carovana nelle vi-
cinanze della città di Kerbela (odierno Iraq).
Hussein e i suoi uomini, nonostante fossero
stremati dalla sete e dalla fame, non si ar-
resero e dopo dieci giorni furono assaliti e
uccisi dai soldati del Califfo che consegnaro-
no la testa mozzata di Hussein come trofeo
a Yazid. L’assassinio di Hussein, nipote di
Maometto, fu un vero affronto per gli sciiti
e pertanto la scissione tra le fazioni sciita e
sunnita divenne permanente. In Iran, paese
a maggioranza sciita, ogni anno, in memo-
ria di Hussein, si celebra il lutto nel mese
di “Moharam” e il giorno del suo assassinio
(“Ashura”) la gente si riversa sulle strade
piangendo e flagellandosi con le catene di
ferro a ricordo della sua sofferenza.
La linea di successione dei discendenti di-
Saman Kamvar è un iraniano convertito al
cristianesimo. Dirige
Mohabbat News
, l’a-
genzia stampa dei cristiani iraniani.
La conversione al cristianesimo è un feno-
meno recente in Iran, ma ha assunto dimen-
sioni tali da preoccupare le autorità della
Repubblica Islamica. Abbandonare l’islam
è un reato grave che nella
sharia
è punito
con la pena capitale. Negli ultimi anni di-
verse centinaia di migliaia di persone, forse
mezzo milione, sono entrate a far parte delle
varie chiese cristiane. Essendo molte di que-
ste chiese non riconosciute dalla Repubbli-
ca Islamica, spesso celebrano i loro riti e le
loro cerimonie religiose nelle case. Da qui il
nome
chiese casalinghe
, con il quale vengo-
no chiamate dai neo convertiti.
Negli ultimi mesi la pressione sulle
chiese casalinghe
è aumentata...
Le pressioni sulle minoranze religiose fanno
parte della politica miope della Repubblica
Islamica che intende risolvere le differenze
e le diversità con l’uso della forza e della vio-
lenza. Per anni a pagare il prezzo più alto
sono stati i Baha’i. Da qualche anno la re-
pressione si è estesa e oggi colpisce anche i
neo cristiani, i sufi, i sunniti, e addirittura
gli sciiti che danno un’interpretazione diver-
sa del Corano e della
sharia
. Mentre le chie-
Alle origini della disputa
tra sunniti e sciiti
Cresca o no, ogni cosa in ogni posto vo-
glia o non voglia: è indifferente.
Non c’è un giardiniere né un viandante.
Il giardino dei disperati,
non attende nessuna primavera.
Se dai suoi occhi non riflette un caldo
raggio di luce
e se non cresce sul suo volto una foglia
di sorriso,
il giardino senza foglie, chi dice che
non è bello?
(Mehdi Akhavan Saless)
sunniti sono“coloro che seguono
la tradizione” e sciiti “coloro
che seguono Ali”
retti di Ali, legittimi capi musulmani di solo
sciiti, va avanti fino all’anno 874 d.C, quan-
do scompare ancora bambino, precipitando
in un pozzo della citta di Sumarra, Muham-
mad al Mahdi, dodicesimo e ultimo “imam”.
Con la sua scomparsa viene a mancare il
motivo iniziale dello scisma. Gli sciiti credo-
no nell’“imam occulto”, facendo riferimento
a un “hadith” (frasi attribuite al Maometto)
in cui si afferma che alla fine dei Tempi un
uomo della Sua famiglia avrebbe portato
pace e giustizia. Per gli sciiti, Mahdi, l’ul-
timo imam, non è morto ma solo scomparso
(messia) e comunica con il mondo attraverso
il
“naib”
, l’imam terreno. I sunniti non cre-
dono invece all’“imam occulto” tanto meno
che Maometto abbia mai parlato di una
messia.
La disputa tra sciiti e sunniti, inizialmente
nata sulla successione al profeta, diventa
col tempo anche di ordine teologico. I con-
trasti tra sunniti e sciiti, solo marginali
negli aspetti dottrinali e di culto, sono più
profondi di quanto possa sembrare a una
prima valutazione. Due forme di pensie-
ro, prodotte da culture diverse, entrano in
contrasto sul piano politico-religioso: quel-
la del mondo arabo e quella persiana. Gli
sciiti, influenzati dalla cultura persiana,
assegnano ai dodici “imam” compiti di più
alta responsabilità rispetto a quanto i sun-
niti non facciano con i loro Califfi. Come un
tempo Maometto aveva annunciato in ma-
niera infallibile il Corano, perché nelle pa-
role dell’inviato di Allah Dio stesso parlava,
alla stessa maniera gli “imam”, discendenti
diretti di Maometto, potevano interpretare
il Corano con assoluta infallibilità, secondo
i teologi sciiti. Per i sunniti solo Maometto
era la figura straordinaria che ricevette la
rivelazione divina e dopo di lui nessun altro
uomo lo sostituirà. Il compito di un Califfo
era quello di guidare i fratelli musulmani, di
diffondere la fede religiosa e vigilare il testo
sacro. Sunniti sono “coloro che seguono la
tradizione” e sciiti “coloro che seguono Ali”.
Così, dopo gli iniziali contrasti sulla succes-
sione al profeta, nascono anche quelli teolo-
gici e di potere più profondi e duraturi.
(a cura di Nina Sadeghi)
se tradizionali, come quella assiro-caldea
o armena gregoriana, godono di una certa
libertà per il fatto che sono riservate solo a
gruppi etnici precisi e non a tutti gli irania-
ni, le
chiese casalinghe
, quella evangelica o
la presbiteriana, sono maggiormente colpite
perché diffondono in lingua farsi il loro mes-
saggio e sono aperte a tutti.
Agli attacchi alle chiese e agli arresti
effettuati è stata data molta pubblicità,
come se il governo volesse trasmettere
un messaggio…
Ha ragione. Hanno assalito le chiese con de-
cine e decine di agenti, o si sono presentati
nelle case di notte svegliando interi quar-
tieri. La ragione è molto semplice: vogliono
terrorizzare i neo cristiani, costringerli a
nascondersi come i primi cristiani nelle ca-
tacombe. L’irruzione in una chiesa di deci-
ne di uomini incappucciati, com’è avvenuto
ad Ahwaz, nell’Iran meridionale, mentre i
ragazzini facevano lo spettacolo di Natale,
ha un solo scopo: terrorizzare e seminare il
panico. Arrestare famiglie intere, compresi
bambini piccoli, caricarle sugli autobus gri-
dando minacce e insulti, non ha altro senso
se non quello di voler umiliare e terrorizzare
chi ha avuto il coraggio di rendere pubblica
la propria scelta di fede.
(A.R.)
I neo cristiani, nuove vittime della Repubblica Islamica