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zione Gabriele Bortolozzo per il suo im-
pegno contro le emissioni nocive di Por-
to Marghera; o il premio del 2005 alla
psichiatra bosniaca Irfanka Pasagic, che
cura le vittime del genocidio di Srebre-
nica dai traumi ancora evidenti. Infine
quello del 2006 all’ostetrica dai piedi
scalzi di Bali, Ibu Robin Lim, e il premio
del 2007 al sudafricano Zackie Achmat,
che nel suo paese conduce una difficile
battaglia per garantire ai malati di Aids
la somministrazione dei farmaci attra-
verso il servizio pubblico. Senza dimenti-
care il premio 2010 alla Fondazione Sta-
va1985, che ha vissuto una tragedia così
simile a quella del Vajont, di cui ricorre
quest’anno il 50° anniversario.
Ora ci rendiamo conto che l’“Arte del
prendersi cura” li attraversa tutti e che
anche gli altri premi chiedono sostan-
zialmente la stessa qualità di relazioni
alla quale i Donatori di musica aspirano
e ci propongono.
Li sentiamo così in sintonia con le con-
clusioni di una relazione di Alexander
Langer del novembre 1990 al Congresso
nazionale dell’Associazione infermieri di
area critica:
“Sviluppare la gratuità vor-
rebbe dire difendere e valorizzare tutti
i luoghi in cui ci si può ritrovare, si può
sostare, ci si può parlare, senza dover
fare parte di una struttura, senza dover
pagare il biglietto di ingresso, senza es-
sere abbonato a un circuito, senza avere
poi un contratto di assistenza tecnica
che dopo cura la manutenzione”.
Un bel programma per tutti noi.
Bettina Foa,
Enzo Nicolodi
Il premio di questo 2013 ai Donatori di
Musica ci è parso inizialmente di un segno
diverso rispetto alle problematiche più
politiche, di prevenzione dei conflitti, di
dialogo e convivenza tra popoli dei premi
precedenti. Un premio che sembrava par-
lare più alla nostra interiorità, alla neces-
sità di trasformare il nostro quotidiano e
i nostri stili di vita. L’abbiamo chiamata
“l’arte del prendesi cura”, la ricerca che
abbiamo avviato nelle giornate di “Euro-
mediterranea” a Bolzano, all’inizio di lu-
glio.
E ci è venuto naturale ripensare agli inse-
gnamenti di Gandhi e poi di Ivan Illich e
della sua allieva Barbara Duden, così cari
ad Alexander Langer. Nei loro interventi
denunciavano gli effetti potenzialmente
patogeni della medicina moderna, di una
vita medicalizzata, nonché di relazioni
distorte dalle disparità di conoscenze e di
potere tra chi soffre e chi cura.
Con il premio ai Donatori di Musica, il
Comitato scientifico della Fondazione ha
voluto segnalare e incoraggiare la diffu-
sione di questa esperienza adottata siste-
maticamente in alcuni ospedali italiani.
La grande musica entra nei reparti e fa-
vorisce la creazione di un spazio liberato
dalla rigidità dei ruoli e dall’isolamento
del malato -insieme a medici e infermieri-
in una enclave istituzionalizzata.
Il bel libro che la Presidenza della Came-
ra ci ha voluto donare a conclusione della
scorsa legislatura sui Premi Langer dal
1997 al 2012, racconta come anche altri
premi, pur con sfaccettature diverse, ci
avevano obbligati a pensare al tema della
salute. Così è stato nel 2003 con l’Associa-
Indice
Perché le note fanno bene alla vita
(di
Marina Sereni
) 2
La buona politica di Alexander Langer
(di
Laura Boldrini
)
3
L’arte del prendersi cura
(di
E. Nicolodi
,
F. Levi
e
A. Bravo
) 4
Tutti i giorni dopo
(di
Maurizio Cantore
) 5
In sala d’attesa
Intervista a Claudio Graiff
(a cura di
B. Bertoncin
e
E. Rabini
) 6
La cultura della cura
(di
Claudio Graiff
) 8
Un pubblico speciale
Intervista a Roberto Prosseda
(a cura di
B. Bertoncin
e
E. Rabini
) 10
Per una storia dei Donatori di Musica
(di
Giorgio De Martino
)
12
La musica Creatrice
(di
Antonio Osnato
)
13
Era il segno che avevo reagito
Intervista a Roberto Dall’Olio
(a cura di
Barbara Bertoncin
)
14
Per questo sono rinato
Poesie di Roberto Dall’Olio
16
Parlare fa bene
Intervista ad Andrea Martoni
(a cura di
Barbara Bertoncin
)
18
La difesa della normalità
Intervista ad Anna Segre
(a cura di
Gianni Saporetti
)
20
Anna e la malattia (di
Anna Bravo
) 20
La malattia e la persona
Intervista a Gemma Martino
(a cura di
Paola Sabbatani
)
22
I limiti del medico
Intervista a Marco Bobbio
(a cura di
Enzo Ferrara
) 24
Salute? No, grazie!
(di
Barbara Duden
)
26
Infermiere e pianeta, elogio della gratuità
(di
Alexander Lange
r)
30
La malattia ha cambiato la mia vita
(di
Martin Berkofky
)
32
Perché le note fanno bene alla vita
di
Marina Sereni*
Bellissimo questo nome di “Donatori di Musica” che regalano alle ammalate e agli am-
malati di alcuni reparti oncologici -e non solo- la bellezza della musica. Lo spirito con
cui offrono il loro dono è riassunto molto bene nelle motivazioni forniteci dal Comitato
scientifico della Fondazione Alexander Langer, che ci consente ogni anno -dal 1997- di
conoscere le esperienze e le pratiche più coraggiose e innovative sul piano della tutela
e della promozione dei diritti umani messe in atto a livello globale.
Il libro curato da Grazia Barbiero: “Il Premio Alexander Langer alla Camera dei depu-
tati / 1997-2012”, pubblicato nel 2012, raccoglie e documenta questi percorsi coraggiosi
di solidarietà ai quali sono appese le nostre speranze migliori.
Aver cura del prossimo non è cosa facile in un’epoca di passioni tristi e frammentazio-
ne sociale, di solitudini ed egoismi. Quest’anno il Premio valorizza una buona pratica
italiana nel nome di Alexander Langer, l’uomo che più di tanti altri, ha illuminato
“l’importanza dei mediatori, dei costruttori di ponti, dei saltatori di muri, di esplora-
trici di frontiera” per affermare un mondo di pace.
*Marina Sereni è vicepresidente della Camera dei Deputati