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Era caldo
sul letto di casa
dopo la chemio
arriva una telefonata
fuori orario
infatti è una sassata
Matteo di là dalla cornetta
mi dice alterato
È morto Langer
si è impiccato
Mancava il pianista
ho suonato io
pelato come un bimbo
appena nato
ricordavamo Nagasaki
cinquant’anni dopo
quel buco nero
che risucchiò milioni di vite
segnò per sempre
un solco col passato
Caro Claudio
medico di famiglia
amico e terapeuta
non me lo cavo dalla testa
che la cosa più dura
se ne esci
è fare i conti con ciò che resta
La paura
Il sonno è fatto
per chi sta bene
quando ti crivellano la mente
i colpi del dolore
non vorresti altro che sparire
volere insieme
vivere e morire
Dopo anni
riesco a dire
a nitrire in versi
il mio desiderio
perfino di impazzire
stanando tutta la vita
di questo mondo
nei luoghi persi
in dubbi e affanni
di quel tritolo
che mi portavo giù
sigillato in fondo
al molo
Eubiosia?
Eutanasia?
La buona vita?
La buona morte?
Sono possibili entrambe
io credo che chi
non ce la fa più
lentamente di franare
abbia il diritto
di precipitare
Perché?
Me lo sono chiesto
tante volte perché
proprio a me
Sto provando
dopo il tumore
a vivere
con amore
Almeno questo mi sento di poter dire
che il cancro
come ogni malattia grave
non è una colpa
un crudo castigo
o il segno di un peccato
È un terremoto
che sconvolge tutto
ma proprio tutto
il tuo privato
e si fa emergenza
di una civiltà
che ha bisogno di sapere
Se ne parli
perché di ciò di cui
si può parlare
non si abbia a tacere