Il Naga (www.naga.it) è un’associazione di volontariato laica e apartitica che si è costituita a Milano nel 1987 allo scopo di promuovere solidarietà ed interventi socio-assistenziali in difesa dei diritti sanitari e legali di immigrati temporaneamente presenti, rifugiati politici e nomadi, senza alcuna discriminazione di razza, religione, partito. Nel tempo l’ambulatorio ha dato assistenza medica di base e specialistica a più di 100.000 stranieri provenienti da tutti i continenti. L’utenza è di circa 80 persone al giorno. Stefano Dalla Valle, medico, è impegnato nel Naga da 14 anni.

Qual è la storia del Naga?
Il Naga è nato a Milano 22 anni fa su iniziativa di alcuni medici, i quali hanno percepito, con straordinaria preveggenza, l’importanza e la drammaticità della condizione migrante. Dico preveggenza perché nel 1987 a Milano, i numeri della migrazione non erano nemmeno paragonabili a quelli attuali. Nei primi tempi il Naga veniva ospitato in modo molto artigianale, informale, negli ambulatori dei medici. Solo successivamente ha avuto una sede, poi, nel corso del tempo sono diventate più sedi.
Ora, i motivi per cui un medico decide di prestare la propria opera volontaristica e gratuita al Naga ovviamente possono essere infiniti.
Io mi sono sempre reso conto di far parte di una minoranza privilegiata, primo per aver potuto studiare; secondo per appartenere ad un Paese economicamente sviluppato e quindi sentivo di dover far qualcosa. Questo stesso pensiero evidentemente devono averlo fatto in tanti in questi 22 anni. Se tenete conto che il Naga è costituito stabilmente da 3-400 soci tutti attivi e volontari e in presenza di un turn-over molto alto è facile ipotizzare che siano passate diverse migliaia di persone. Noi poi non abbiamo soci onorari, che hanno la tessera e basta; solo chi lavora al Naga è socio del Naga.
Nel corso del tempo l’associazione ha senz’altro impresso una torsione alla sua natura, nata come ambulatorio, come assistenza primaria rispetto al bisogno primario di salute, indirizzando parte del suo impegno sul tema della tutela dei diritti. In fondo l’assistenza primaria la sanno fare in tanti. Per esempio gli ambulatori cattolici svolgono un ottimo lavoro. Però il discorso della tutela del diritto, della cittadinanza è meno presente nell’area cattolica rispetto a quella laica. Il nostro obiettivo è quello di rendere inutile l’esistenza del volontariato. Nel senso che nel momento in cui la società, lo Stato si accolleranno integralmente l’assistenza delle persone, qualunque tipo di persona, presente sul territorio nazionale, il Naga farà altro.
In queste ultime settimane è stato introdotto il reato di immigrazione clandestina ed è caduto il divieto di denunciare alle autorità gli stranieri irregolari…
Fino ad ora l’immigrazione clandestina era un reato amministrativo. Che poi fosse sanzionato con una vera e propria detenzione nei Centri di Permanenza Temporanea, è un altro discorso, si trattava di una torsione legalitaria, violenta, securitaria, che però non inficiava minimamente la caratteristica d’infrazione amministrativa. Era questa la mostruosità: perché erano detenute -forse in condizioni peggiori del carcere- persone che non avevano commesso nessun illecito penale. E questo è fondamentale ricordarlo.
Adesso l’immigrazione clandestina diventa un reato penale, con le conseguenze che ne possono derivare sul piano della mancata denuncia. Ad esempio, può arrivare un’accusa di omissione di denuncia da parte di un funzionario pubblico rispetto ad una condizione di clandestinità. Il suo correlato è la caduta del divieto di segnalazione per gli irregolari, che riguarda principalmente i medici. Ora, io non credo che la classe medica nel suo complesso possa accettare una cosa del genere. Penso che la coscienza etico-professionale sia un forte deterrente alla segnalazione alle autorità.
Ciò che mi preoccupa è che in questi giorni si parla quasi solo della caduta del divieto di segnalazione e non si parla più del reato di immigrazione clandestina, che è invece il provvedimento più grave, il grimaldello su cui tutta la struttura si regge.
Per quanto riguarda specificamente il Naga, posso dire che già avvertiamo una certa flessione nella presenza degli stranieri, i quali ovviamente sono impauriti. Gli stranieri vengono considerati -anche da noi qualche volta- una galassia quasi impermeabile allo sguardo. Però sono molto attenti. Già in luglio, quando c’erano state le prime ...[continua]

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