Nonna Mayer è ricercatrice presso il Cevipof (Centro studi sulla vita politica francese) di Parigi. Ha curato la pubblicazione, insieme a Pascale Perrineau, del volume collettaneo Le Front National à découverte. A giorni uscirà, in Francia, il suo ultimo libro intitolato: Ces français qui votent Le Pen.

Lei da sempre segue le vicende del Front National. E’ impressionante come l’estrema destra, e non solo in Francia, nazionalista o regionalista, comunque xenofoba, tenga, si radichi in un elettorato popolare e riesca a riemergere con forza anche dopo pesanti disavventure. Come spiega questo fenomeno?
E’ complicato. Queste elezioni ci hanno mostrato insieme la forza e la debolezza dei voti per il Front National; si è parlato molto di sconvolgimento perché effettivamente al primo turno delle presidenziali Le Pen da solo ha ottenuto il 16,9% dei suffragi espressi e si è qualificato per il secondo turno, il che è stato una sorpresa; al secondo turno è arrivato ancora più in alto, a un livello record di 5 milioni e mezzo di voti, un milione in più del 1995. E però allo stesso tempo, alle legislative, abbiamo visto un nettissimo riflusso del Front National, con una discesa sotto il livello del 1997 e anche del 1993. Quindi bisogna forse relativizzare il successo del Front National.
Ora, che cos’è il Front National? Intanto c’è da dire che viene percepito dai suoi elettori e dalla maggioranza degli elettori francesi come un partito di estrema destra. E l’espressione “estrema destra” richiama il passato della seconda guerra mondiale, Vichy, il collaborazionismo. Quindi non c’è equivoco: anche le persone che non si collocano all’estrema destra quando votano per Le Pen votano per un partito che considerano di estrema destra.
Si potrebbe obiettare che il contenuto della sinistra e della destra cambia in continuazione, ma quello che mi colpisce è che il Front National è sempre sistematicamente classificato più a destra di tutti gli altri. Questo è il punto che mi sembra più importante.
Quindi la sua definizione è netta, nessun gauche-lepenismo...
Si è molto parlato di populismo. Il problema è capire: cosa si intende per populista? Significa che si fa appello al popolo, che ci sono dei tribuni, dei leader carismatici che pretendono di parlare in nome del popolo e che hanno successo presso gli ambienti popolari? In questo senso sì, il voto per Le Pen è un voto populista e c’è una forte componente popolare in questo elettorato.
Ma in realtà ci sono populismi di sinistra, di destra, di estrema destra; si è parlato di populismo a proposito di personaggi abbastanza diversi come Margareth Thatcher in Inghilterra, Peron in Argentina e Jean Marie Le Pen, quindi è un concetto che non ci permette di capire molto.
Preferisco allora la nozione di voto per l’estrema destra. E d’altra parte, come dicevo, se c’è un punto che accomuna tutti gli elettori del Front National in qualsiasi elezione è che si situano più a destra di tutti gli altri elettori, in particolare per la loro posizione su due punti: la legge, l’ordine, l’autorità, e l’immigrazione. La combinazione fra autoritarismo e xenofobia (che è poi la sindrome descritta da Adorno sulla personalità autoritaria) colloca molto nettamente questi elettori all’estrema destra dello scacchiere politico. Infatti, per sapere quali sono le possibilità che qualcuno voti Front National basta chiedere se è per il ripristino della pena di morte: fra coloro che sono completamente contrari solo un 2-3% vota Le Pen; fra coloro che sono assolutamente favorevoli il 40% vota Le Pen.
Lo stesso discorso vale per coloro ai quali si pone la domanda se ci sono troppi immigrati in Francia: fra quelli che dicono di no ce ne sarà un 2-3% che vota Le Pen; fra quelli che sono d’accordo ce ne sono dal 35% al 40% che votano Le Pen.
E rispetto al radicamento popolare?
Va detto che nel Front National ci sono due elettorati: uno è prettamente di destra, proviene da ambienti di destra, vota generalmente per la destra, ma ha la sensazione che la destra classica non sia sufficientemente a destra; questi hanno tutti votato Le Pen al primo turno e nel 1997 rappresentavano la metà dell’elettorato del Fn. Alle ultime elezioni questa parte dell’elettorato di destra è aumentata, raggiungendo il 55%. E questo è un dato importante.
L’ altro blocco di elettori è costituito da coloro che si definiscono “né di destra né di sinistra” (mentre, contrariamente a quanto si è letto, decisamente minima è l ...[continua]

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