Jelena Subotic, 28 anni, lavora a B92 dalla sua nascita, nel 1989. Alexandar Opacic, 34 anni, è giornalista degli esteri per radio B92. Gordan Paunovic, 34 anni, tra i fondatori della radio, allo scoppio della guerra si trovava in India.
I messaggi sono stati raccolti da una nostra redattrice tramite e-mail e conversazioni telefoniche.

24 marzo
Alle 3 di questa notte, una dozzina di poliziotti delle forze speciali è arrivata con un agente del ministero federale per le telecomunicazioni e ci hanno chiuso, col pretesto che abbiamo violato la legge sulle telecomunicazioni, abusando della licenza rilasciataci dallo stesso ministero. Hanno arrestato il nostro capo editore, Veran Matic. Circa mezz’ora fa abbiamo ricevuto l’informazione che è stato però rilasciato. Noi andiamo in onda come sempre usando internet con una trasmissione 24 ore su 24. Adesso la situazione è piuttosto tesa, c’è tanta gente che fa scorte di cibo, che porta i bambini fuori dalla città, si compra gasolio...
Noi per il momento andiamo avanti come al solito. Io in fondo sono anche ottimista, bisogna. Ogni qualvolta ci hanno chiuso ci hanno poi ripristinato nel giro di qualche giorno, quindi speriamo in bene... Poi vedremo cosa accadrà questa notte, perché tutti pensano che se ci saranno i raid aerei, accadrà stanotte... Questo però lo sanno soltanto a Bruxelles, allo Stato Maggiore della Nato, che certo non ce lo viene a dire...
Milosevic per ora non ha detto niente pubblicamente e non si è fatto sentire, come sempre: lui non si fa sentire, parla tramite portavoce e dirigenti del suo partito e della coalizione... Comunque noi sopravvivremo, come sempre... Io però adesso devo proprio andare a dormire, perché sono rimasto sveglio tutta la notte.
Alexandar

29 marzo
Ho avuto bisogno di un po’ di tempo per rispondere ai messaggi di sostegno arrivatimi in questo momento. Adesso sono lontano da Belgrado quanto immagini, infatti sono ancora in India, a Jaipur, a 600 km da Delhi. Oggi, dopo 20 giorni ho trovato finalmente un computer, con moltissimi messaggi a cui rispondere.
Per ora voglio solo dirti di stare tranquilla, perché le cose sono sempre peggiori viste in tv che nella realtà. Ciò di cui invece bisogna preoccuparsi è di cosa sarà la Serbia dopo l’azione della Nato. Temo che per i prossimi 100 anni ogni idea di democrazia e unità con il resto del mondo sia morta. Prima forse avevamo almeno la chance che in 10-20 anni Milosevic sarebbe morto e l’intero sistema collassato. Adesso però per il 99% della gente in Serbia le bombe Nato rappresentano l’Europa e il mondo e preferirebbero morire piuttosto che lasciare entrare idee e persone straniere.
Mia mamma sta stranamente bene, non vuole nemmeno più scendere nel rifugio. Purtroppo, francamente, temo che lei si senta bene perché io sono lontano da Belgrado; una volta tornato si preoccuperà da impazzire.
Questa è l’ironia della vita, ero venuto ad ascoltare la lezione del Dalai Lama sulla non violenza e la compassione e nel frattempo è scoppiato tutto questo casino!
Io sto bene, come pure i miei amici e la mia famiglia; finora non ci sono stati feriti o danni ai civili a Belgrado. Spero di poter essere di ritorno in Yugoslavia entro una settimana, forse anche prima, sempre che le strade e il confine tra Ungheria e Yugoslavia siano ancora aperte (da Delhi infatti volerò a Budapest).
Gordan

30 marzo
Molte scuse per il ritardo, ma come puoi capire qui è tutto folle...
Fondamentalmente, finora i bombardamenti sono stati "fantasticamente" precisi (nonostante questo suoni un po’ cinico), tuttavia noi non siamo ancora a conoscenza della dimensione dei danni civili. Io posso parlare solo di Belgrado, ma temo che la periferia sia stata colpita più duramente. Purtroppo ho veramente paura che adesso la situazione in Kosovo sia peggiore e non migliore...
E’ molto difficile mantenere i contatti con la gente di Pristina, e i racconti che ci arrivano sono orrendi... Puoi immaginare come la Polizia serba può reagire nei confronti della popolazione albanese adesso che non ci sono più i verificatori internazionali e le organizzazioni umanitarie.
Un altro grave timore è che gli attacchi abbiamo comportato un danno non quantificabile a qualsiasi tentativo di imporre la democrazia in Serbia. La gente adesso andrà dalla parte di Milosevic perché vedono i bombardamenti come un’ "aggressione" e ne sono inorriditi. Già sai che la radio è stata chiusa e che è entrato in vigore uno stato di ...[continua]

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