Luigi
I genitori molte volte hanno costretto i figli a frequentare una determinata scuola, la quale magari non era adatta alle capacità che aveva il giovane, che affidandosi solo alla parola del genitore si troverà a disagio. Personalmente io ho deciso da me di venire a scuola; vivo in un quartiere degradato, la mia famiglia non è che abbia un reddito molto alto, quindi per esigenze economiche avrei preferito andare a lavorare, però sono stato sempre un ragazzo che ha viaggiato, perché mi piace viaggiare, e avendo contatto con molte persone, avendo parlato con un’infinità di persone, ho capito che senza una cultura non conti...
Quando l’hai capito?
Luigi- L’ho capito dopo, attraverso esperienze anche negative..
Com’è stato il primo incontro con la scuola?
Luigi- All’inizio sono venuto a scuola quasi per gioco, perché mi sentivo un po’ diverso dalla massa che mi circondava, perché ho sempre vissuto in un ambiente degradato... diverso perché mi sentivo che stavo prendendo la strada giusta; poi a scuola, essendo sempre un po’ così... Magari a un ragazzo, essendo più piccolo, gli piace stare al centro dell’attenzione, in modo negativo...
All’attenzione di chi?
Luigi- Dei compagni più grandi. Se ci fa caso il giovane cerca sempre di portarsi alla conoscenza di uno che è visto dalla gente come o cattivo o più grande o più forte, un prepotente in pratica, che usa la forza per farsi largo tra la massa. Ho sbagliato, l’ho capito oggi, col tempo, con l’esperienza... Io credo che uno si forma attraverso il sapersi rialzare dal cadere; dopo essere caduti ci si deve rialzare, un ragazzo deve filtrare tutto quello che ha attorno, non deve subire, già quando nasciamo c’è un condizionamento totale, viene sempre infranta quella sfera di libertà che uno si crea attorno. Molti giovani conoscono il gioco della scuola, come ci si deve comportare, però fanno diversamente perché, come dice Pirandello delle maschere, l’uomo tende a nascondere quello che è perché ha paura di essere rinnegato. Ho visto molti ragazzi che hanno paura di farsi conoscere dagli altri proprio perché hanno paura di essere rinnegati, feriti, credono che sono sbagliati quindi non parlano, si chiudono dietro a quelle maschere, iniziano a fare casino per mettersi al centro dell’attenzione, ma sopratutto per nascondere se stessi, perché poi se lo andate a prendere da solo, magari su un problema, lui riesce a darti molto, a insegnarti anche qualche cosa. La scuola non offre molto, ma anche perché gli alunni fanno sì che la scuola non funzioni, fanno a gara a chi fa la guerra contro la scuola per mettersi al centro dell’attenzione
Anche tu hai avuto questo atteggiamento verso la scuola?
Luigi- Io, non è solo con la scuola, proprio con la vita, pensate che a 12 anni mi hanno pescato in Francia, sono andato via di casa per due settimane, è uscito anche nel telegiornale, mi hanno preso al confine e mi hanno sbattuto a casa... Però credo che per me è servito molto tutto questo, ho preso coscienza in base a quello che ho fatto di quello che è giusto e quello che è sbagliato, se non avessi fatto questo a 12 anni magari adesso non sarei qui a parlare con lei... E’ importante fare quello che si sente... Io non ho mai ascoltato i miei genitori, in vita mia mai, ho sempre pensato che quello che pensavo io era la cosa giusta da fare, ho filtrato l’esperienza e ho capito quello che è giusto e quello che è sbagliato
Come deve essere fatto un adulto secondo te?
Luigi- L’adulto deve fare un gioco, deve aprirsi, spiegando la propria vita, far capire quali sono le cose giuste da fare, però senza imporlo, portare la mente del giovane su quel discorso senza prenderlo e metterlo, far sì che al giovane piaccia entrare in quel canale, non aggiungere cose in più... è troppo semplice prendere e portare, però è ancora più facile uscire da quel canale.
Quando hai deciso che la scuola valeva la pena?
Luigi- Ho iniziato per gioco, sono stato bocciato, mi sono iscritto a un’altra scuola, ho capito man mano..la scuola è molto importante per...non vorrei sembrare riduttivo..le buone maniere
La scuola è in grado oggi di insegnare le buone maniere?
Luigi- Oggi no. Io a tutt’oggi non ho le buone maniere. Magari le conosco, ma non le faccio istintivamente, l’istinto mi porta a fare diversamente, perché ho vissuto diversamente. Oggi cerco di pensarci prima di fare una cosa, prima no. Quando mi riportarono dalla Francia un carabiniere nel treno mi parlò a lungo della sua inf ...[continua]

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