Lei divenne noto come intellettuale di estrema sinistra, come è arrivato alla Lega?  
A chi mi accusa di essere incoerente, e a me sembra di non esserlo, io rispondo che sono quello che sono sempre stato in questi trenta-quaranta anni: è cambiata la realtà intorno a me e doverosamente sono cambiate certe mie idee. Non posso più sostenere cose che sono in contrasto con quello che è successo in questi anni: il crollo del socialismo reale c’è stato ed uno che rispondesse oggi nello stesso modo in cui rispondeva trent’anni fa si troverebbe a dire delle grosse sciocchezze. Nel mio modo di vedere c’è un filone libertario che è rimasto: nel ’70 scrissi un libro in cui facevo una disperata difesa del marxismo, in cui avevo sempre creduto; in questo libro affermavo che il marxismo continuava ad essere la migliore teoria politica e lo sarebbe stato anche in futuro, soprattutto se si fosse liberato dello statalismo, che poi ha portato alla rovina il socialismo reale sopprimendo il mercato ed ogni libertà individuale e collettiva. In questo libro parlavo anche della nazione, dell’etnia, come elementi per un recupero di un senso di socialità e collettività. Non voglio fare la mia autodifesa, il mondo è cambiato e sono cambiato anch’io, ma fin da vent’anni fa io ero federalista, autonomista; dalla sponda del socialismo collettivista e marxista sono via via passato a quella del socialismo proudhoniano, federalista.
Una decina di anni fa, con altri che ora sono alla dirigenza della Lega Nord-Toscana, fondammo l’Alleanza Toscana, un’organizzazione più culturale che politica, proprio come recupero culturale e politico della toscanità. Col passare degli anni questa organizzazione, eravamo sempre un gruppo ristretto, divenne sempre meno culturale e sempre più politica, cambiò anche nome da “Alleanza Toscana” a “Lega Toscana”. Il salto ci fu due anni fa, quando avemmo una serie di contatti con altre leghe che nel frattempo erano sorte al Nord; leghe fra cui la Lega Lombarda era la più forte e la Liga Veneta la più vecchia. Fummo portati a prendere questi contatti dall’esigenza di battere politicamente la concezione politica centralistica che ha sempre governato l’Italia: dallo stato sabaudo a quello fascista a quello democratico-parlamentare nato dalla Resistenza. E’ inutile parlare di autonomia culturale se non si ha l’autonomia finanziaria; io posso fare una politica toscana per i toscani se tutti i proventi delle tasse pagate dai toscani li posso impiegare in Toscana, anche se una parte dovranno andare ad una confederazione più ampia. Se non si rovescia la piramide che da Roma si irradia su tutto, l’autonomia della regione Toscana è falsa perché le tasse le può imporre solo Roma, la quale distribuisce alle varie regioni secondo la sua ottica. In questo modo si favorisce, per esempio, la Val D’Aosta o la Sicilia sfavorendo le Marche o la Toscana ed in secondo luogo si mettono in condizione gli amministratori locali di fare una finanza allegra perché, siccome i soldi non sono loro, possono fare qualunque debito, poi ci penserà lo Stato a ripianare i debiti. La Lega Toscana, proprio  per battere il centralismo romano, si pose tutti questi problemi e per questi motivi decidemmo di federarci con le altre leghe del Nord. La Lega Nord all’inizio era formata da sei leghe: toscana, lombarda, ligure, veneta, piemontese, emiliano-romagnola, poi la lega romagnola è diventata autonoma da quella emiliana ed in seguito ha aderito la Lega Friuli, quella trentina e quella della Venezia-Giulia. Parallelamente, sponsorizzate da tutti noi, ma in piena autonomia, si sono create altre leghe al centro e al sud che hanno fondato le costituende Lega Centro e Lega Sud e tutti insieme ci siamo presentati alle ultime elezioni. Dal punto di vista ideologico una cosa è l’autonomia, un’altra l’autonomismo; sono due concezioni diverse anche se legate. In Toscana, ad esempio, c’è il MAT (Movimento Autonomista Toscano) che propone di fare da soli, mentre noi siamo per il federalismo perché se ci fosse autonomia senza federalismo si andrebbe veramente verso un’atomizzazione politica e sociale. L’autonomia, una volta raggiunta, presuppone un patto di alleanza, un accordo che dia forma al federalismo. E’ per questo che in Italia molti federalisti hanno aderito alla Lega Nord. Storicamente non è affatto una cosa strana: va ricordato che Cavour voleva fare l’unità del nord Italia, non dell’Italia intera. Quando poi Garibaldi ed i democratici gli port ...[continua]

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