Comunque sembra che agli americani ripugnino gli strumenti che hanno utilizzato tanto a lungo e questo nonostante le varie Yellow Mama e Old Sparky abbiano onestamente cotto vivo un buon quarto dei 20.000 uccisi dalla giustizia americana dal 1608 (sempre se non consideriamo i 10.000 linciaggi) mentre fu proprio la fucilazione che riaprì le danze il 17 gennaio 1977, quando Gary Gilmore si consegnò volontariamente al boia dello Utah, inaugurando la new and improved american death penalty.
Il difetto di codesti obsoleti sistemi di morte è che attirano troppo l’attenzione e questa è una delle molte contraddizioni della pena capitale statunitense perché, se uccidete la gente, dovreste farlo sapere. Le fiamme e gli spari, per non parlare delle impiccagioni che nessuno sa più fare e delle antiecologiche camere a gas, sono stati sostituiti dall’igienizzazione dell’ago avvelenato. Così la morte è stata sterilizzata, banalizzata e le coscienze sono state anestetizzate.
La sedia elettrica è stata il secondo tentativo, in ordine di tempo, di umanizzare il patibolo, almeno per chi guarda. Iniziarono i francesi al tempo della rivoluzione introducendo la ghigliottina e fu lo stesso re a proporre che il taglio della lama fosse posto di traverso, in modo da migliorarne l’efficacia. Qualche tempo dopo ci vollero lo stesso tre colpi per staccargli la regale capoccia.
La ghigliottina fu considerata un grande passo in avanti perché sostituiva i vecchi feroci supplizi: ruota, rogo, squartamento, mazzolata, eccetera (non c’era la tv).
La stessa impiccagione era atroce. Il boia legava un capo della corda attorno al collo del condannato e lo tirava su per una scala appoggiata al patibolo (una sorta di porta da calcio), fissava l’altro capo e poi lo buttava giù, salendogli sulle spalle per spezzargli le vertebre cervicali (atlante ed epistrofeo). Poi, vivo o morto che fosse, il poveretto era squartato e i pezzi appesi alle porte della città (poi si domandavano perché c’erano le epidemie). La ghigliottina non ha mai superato di molto i confini geografici francesi, ma di parecchio quelli ideologici: lo Stato della chiesa la utilizzò con entusiasmo. Più fortunata è stata la globalizzazione dell’iniezione letale, con la Cina in prima fila. Qui però conta il trapianto degli organi estratti ai condannati che a Taiwan fanno da trent’anni senza che questo susciti particolari problemi.
Gli inglesi invece sono sempre rimasti affezionati al "long drop”. Se avete visto l’inizio del film "Quella sporca dozzina” sapete di cosa parlo: il condannato incappucciato, la botola che si apre, il corpo che precipita. Però questa impiccagione richiede un boia ben addestrato (un artista, direbbe Duff). Perché la lunghezza della corda non deve essere solamente proporzionata al peso del condannato, ma anche alla sua struttura fisica. Se la corda risulta troppo corta bisogna andare sotto al palco e tirarlo per i piedi, mentre se è troppo lunga si rischia la decapitazione che ha il difetto di inondare di sangue gli astanti.
Un paio di disastri del genere convinsero le autorità di New York, nel 1888, a cercare aiuto nella tecnologia. Chiesero a un elettricista di costruire un marchingegno che desse la morte istantanea e costui si rivolse a Edison. L’inventore era contrario alla pena di morte ma voleva danneggiare il suo concorrente Westinghouse che patrocinava l’elettrificazione dell’America con la corrente alternata, mentre Edison aveva interessi in quella continua. La prima è molto più pericolosa della seconda, ma notevolmente più facile da distribuire e, in effetti, fu quella che vinse la gara: in tutti i sensi. Edison procurò un alternatore di seconda mano al tecnico che stava costruendo la sedia elettrica, mentre Westinghouse, contrario a Edison se non alla pena di morte, passava denaro a Kemmler: il primo ...[continua]
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