Quando una persona come Annalena Tonelli cade per mano armata sembra di sentire un rumore sordo, sinistro, attraversare la Terra. Si resta attoniti, immobili, e poi, subito, si vuol pensare ad altro.
Ricordiamo Annalena pubblicando una sua lettera ai familiari, scritta nel pieno della catastrofe somala, già apparsa nel numero 16 di Una città, nell’ottobre del 1992.

12 giugno
Carissimi, è l’una di notte. Mi ero appena addormentata che Saad mi ha chiamata... purtroppo troppo tardi... era già in un mare di popò diarrea e così ho appena finito di pulirlo e di lavare il materasso e il pavimento e sistemarlo di nuovo tutto avvolto in lenzuola pulite e in una coperta perché questa casa è piena di correnti e io ne godo, ma sono senz’altro micidiali per i miei bambini che tossiscono molto. Soprattutto Saad in questi ultimi giorni ha ripreso a tossire come all’inizio.
...Mi pare che vi stessi dicendo che già da più parti mi assicurano che nel corso di questi sei mesi di mia assenza da Mogadiscio tutti i laureati, che erano rimasti nel paese dopo l’esodo incessante di tutto il ‘91, dopo la cacciata di Siad Barre, se ne sono andati o si stanno organizzando per andarsene... e ogni commento è in loro favore perché l’opinione generale è che non ci sono speranze per il futuro di questo paese... Io penso a queste migliaia e migliaia di poveri abbandonati, provati al di là di ogni umana possibilità di prova, e per loro, per la loro sofferenza e per la loro umanità voglio solo vivere e morire, ma sono ugualmente convinta che non ci sia futuro. I vecchi, i cosiddetti elders, sono tutti corrotti, disonesti al punto che spesso sento con violenza dentro che saranno vomitati il giorno del giudizio perché troppo orrendi per essere neppur degni di un giudizio... Continuano a riempire i loro magazzini di cibo rubato e a non venderlo fino a quando i prezzi del mercato vanno talmente su che loro vendono riso e granoturco e zucchero e olio come se vendessero fiorini d’oro, non aprono la loro casa neppure ai parenti poveri, ai rifugiati fuggiti da orrori di violenze, uccisioni e torture e saccheggi e razzie di campi e di bestiame, continuano a scegliere per le posizioni di potere, che non hanno mai cessato di attribuire nonostante l’assenza di un vero governo, le persone più notoriamente disoneste del passato regime... proprio oggi si commentava amaramente a tavola... Hilary (Croce Rossa) ci ha raccontato gli ultimi incontri con gli anziani che continuano a dominare e continueranno a farlo finché avranno vita, e dopo ce ne saranno altri come loro... pensate che hanno scelto come commissario regionale una sporca figura del passato regime, famoso perché sfruttava tutto e tutti e faceva un business vendendo perfino la sabbia del mare e impedendo che altri la prendessero gratuitamente...

E’ il 13 giugno. Sera. Un miracolo è avvenuto grazie a Mario, perché io mai l’avrei organizzato se non per qualcun altro. Ho comprato ieri un generatore seminuovo per centoquaranta dollari e ora scrivo alla luce di un tubo al neon qui nella mia casa. I bambini miracolosamente dormono, dopo aver corso e giocato tutto il giorno con una carica di gioia di vivere così travolgente che tutti li riempiono di coccole e carezze tanto sono adorabili: è la gioia incontenibile di chi si sa scelto e amato... lo struggente desiderio di ogni nostra vita.
Mario continuava a dire, fin dal primo giorno, che era impossibile lavorare senza generatore... veramente anche lui nei vari paesi dell’Africa in cui era stato non aveva quasi mai goduto della luce elettrica ma qui tutto era talmente duro che gli pareva impossibile e inaccettabile non vedere più nulla alle sei e mezza di sera e dover trovare vene introvabili al lume del fainus o di pile sempre eccessivamente fioche, perché quando si trovano le pile sono tutte vecchie e semiscariche e durano niente e le lampadine saltano di continuo nel bel mezzo delle situazioni e delle operazioni più delicate... il tracollo l’aveva dato ai primi del mese quando il balcone della nostra casa è crollato spaccando il femore a un bambino del Feeding Centre e scaraventando nel pentolone del brodo bollente un muratore che faceva lavori lì vicino... “Dio si è veramente dimenticato di questa gente!” è stato il suo amarissimo e tesissimo commento appena mi ha visto arrivare trafelata di corsa perché lui mi aveva chiamata urgentemente... E’ chiaro che il peso l’aveva tutto lui che doveva sistemare la gamba fracassata mentre io mi ...[continua]

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