Lettere, rubriche
e interventi
Alfonso Berardinelli
Paolo Bergamaschi
Stephen Eric Bronner
Francesco Ciafaloni
Michele Colafato
Vicky Franzinetti
Vittorio Gaeta
Bruno Giorgini
Wlodek Goldkorn
Giorgio Gomel
Belona Greenwood
Ilaria Maria Sala
Emanuele Maspoli
Gianni Saporetti
Lucetta Scaraffia
Marianella Sclavi
Massimo Tirelli
Michael Walzer
Libertà e malinconia

parole e musica Paola Sabbatani arrangiamenti Daniele Santimone
libretto + cd. Edizioni Una città, 2021 - 32 pagine
I Libri di Una Città

Giovanni Tassani
Su tempi appena trascorsi
Esperienze, connessioni, dettagliEd. una città, 2023
358 pagine
18,00
Scritti di Giovanni Tassani, 1998-2023
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I Libri di Una Città

Chiara Frugoni
Cosa intendi dire?
Intervista a Chiara Frugoni, 1994-2015Ed. una città, 2023
135 pagine
12,00
Interviste a Chiara Frugoni
a cura di Gianni Saporetti
con prefazione di Gianni Sofri (con Federica Rossi)
I Libri di Una Città

Flavio Casetti, Gianni Sapretti, Lorenzo Cottignoli
L'epopea degli scarriolanti
Intervista a Lorenzo CottignoliEd. Una città, 2022
56 pagine
5,00
"L'epopea degli scarriolanti", intervista a Lorenzo Cottignoli a cura di Flavio Casetti e Gianni Saporetti, pubblicata in due puntate su Una città n. 246 (febbraio 2018) e n. 247 (marzo 2018)
prefazione di Roberto Balzani
I Libri di Una Città

Gaetano Salvemini, Nicola Chiaromonte
In difesa della cultura
Scritti in occasione del Congresso internazionale degli scrittori per la difesa della culturaEd. Una città, 2022
66 pagine
5,00
scritti di Gaetano Salvemini e Nicola Chiaromonte
I nostri libri
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I NOSTRI SOLDATI
I LORO CIVILI
intervista a Michael Walzer
di Rimmon Lavi
Siamo molti, qui in Israele, depressi e senza parole di fronte all’esplosione d’odio brutale del sabato nero del 7 ottobre. Certo si può cercare di spiegare (ma per carità non giustificare!) tale scoppio con le circostanze storiche e politiche: la prolungata pentola a pressione [...]
Leggi di piùdi Stefano Levi Della Torre
Nota del 25 ottobre 1.400 uccisi in Israele da Hamas con circa 200 ostaggi; 5.000 uccisi e migliaia di feriti nei bombardamenti di ritorsione israeliana sulla Striscia di Gaza, sottoposta a starvation da Israele. Sono atti che da entrambe le parti contravvengono alla Convenzione di Ginevra del 1949 [...]
Leggi di piùdi Alberto Cavaglion
“Amo le vite che quasi non parlano”, recita un verso famoso di una poesia di Saba del 1944. Da quando, il titolo: “Da quando la mia bocca è quasi muta / amo le vite che quasi non parlano”. Ho invidiato la rapidità e la lucidità con cui [...] Stefano Levi Della Torre
Leggi di piùdi Stephen Eric Bronner
Una citazione attribuita a Confucio dice che chi cerca vendetta dovrebbe scavare due tombe, una delle quali destinata a se stesso. Ciò che sta alla base della guerra tra Israele e Palestina sembrerebbe confermare questo adagio. Gli intellettuali non dovrebbero passare il tempo a tifare per [...]
Leggi di piùdi Michael Walzer e Avishai Margalit
La grande questione dei civili nella guerra; come deve comportarsi il soldato? La salvaguardia della sua vita, utile al combattimento, può venir prima di quella del civile, sia pure di parte avversa? La guerra giusta “jus ad bellum” non giustifica la violazione dello “ius in bello”; la colpa dell’altro non libera dagli obblighi dettati dalla propria morale. Pubblichiamo un testo di Michael Walzer e Avishai Margalit uscito sulla “New York Review of Books” nel 2009.
di Paroles des Femmes
Molti civili sono morti, ma le donne non sono state uccise allo stesso modo degli altri. Sono state esposte nude e violentate. Un gruppo di personaggi pubblici francesi, tra cui Charlotte Gainsbourg, Isabelle Carré e Marek Halter, sottolinea che questi crimini sono stati commessi contro le donne a causa del loro sesso [...].
Leggi di più
La copertina è dedicata ai profughi di Gaza. Negli interventi che pubblichiamo si parla molto dei civili, e di quanto la loro tutela o, più realisticamente, la massima riduzione del danno nei loro confronti, possa, e debba, condizionare il soldato combattente. Ma ancor prima ci si può chiedere se il civile non possa essere mai ritenuto corresponsabile. è inerme, certo, ma è anche sempre innocente? Esiste la responsabilità collettiva? E in quali casi? Fu giusto punire il popolo tedesco? Ma nel caso di Gaza, se per decenni si è permesso ad Hamas di garantire la sopravvivenza dei suoi abitanti, un qualche loro consenso a “governanti” di fatto imposti, può giustificare una punizione? E comunque ci sono i bambini. Quindi qual è in questo caso un accettabile danno collaterale dell’inevitabile risposta a un attacco proditorio ed efferato? Per di più qui si combatte un nemico che non solo ha compiuto una strage premeditata e feroce di civili israeliani, ma dei propri si fa sistematicamente scudo dimostrando un assoluto disprezzo per le loro vite.
Stiamo parlando dunque del problema della forza e del suo uso. è chiaro a tutti quanta importanza abbia per Israele la forza. Ma come ci dice Vittorio Foa, l’uso della forza senza politica, è foriero di disastri (ricordiamoci dell’Iraq). Quali sono gli obiettivi politici di Hamas e di Israele? E se quello di Hamas, finanche nella scelta sicuramente premeditata delle atroci modalità dell’attacco del 7 ottobre, fosse proprio quello di provocare una reazione feroce di Israele contro i palestinesi di Gaza? Quel che sta succedendo è che, man mano che i morti palestinesi aumentano, l’isolamento di Israele cresce, la stipula di patti “storici” con paesi ex-nemici si allontana chissà per quanto, i paesi amici tentennano, quelli arabi e musulmani fremono, nel mondo l’antisemitismo risale alla luce. Un costo simile forse non sarebbe giustificato neanche se tutta Hamas venisse spazzata via, la qual cosa, fra l’altro, è del tutto improbabile. Finora non s’è visto a terra neanche uno degli uomini neri. E comunque, se questa era la strategia di Hamas, criminale anche verso il proprio popolo, possibile che il governo israeliano non l’abbia valutata? Non c’erano altre possibilità? Rimmon Lavi ne propone una, Walzer cita le centinaia di chilometri di gallerie che per forza, dovendo essere aerate, sono individuabili e, immaginiamo, vulnerabili. E perché non uccidere subito i capi che vivono tranquilli in Qatar? Viene da chiedersi quale sia l’obiettivo della destra israeliana. Se è la Grande Israele, e forse lo è da tempo anche se mai dichiarato, diventa preferibile che a rappresentare i palestinesi, condannati a quel punto a una condizione perenne di inferiorità e di apartheid o all’esodo, resti solo un’organizzazione estremista e refrattaria a qualsiasi dialogo e compromesso. Ma c’è qualcuno che può ragionevolmente pensare che in questo tempo illimitato di ingiustizia Israele potrà vivere in pace e fuori pericolo?
Se “a decidere” resteranno Hamas e la destra israeliana, allora non resta che augurarsi, appena i soldati lasceranno il campo, che vi scendano “i civili”. Che scoppino cioè delle “guerre civili”, nonviolente se possibile, sia in Israele che fra i palestinesi. Del resto è nel mondo che soffiano venti di guerre civili, dall’Iran agli Stati Uniti. E non è questo che potrebbe succedere ovunque le destre fondamentaliste, maschiliste e omofobe volessero metter mano alle costituzioni liberali?
Dedichiamo le pagine centrali a Giulia Cecchettin, la cui morte ha toccato il cuore di tutti. Il tema della violenza maschile è al centro del dibattito e anche qui si tratta di forza, di potere, di prepotenza e violenza. Forza e potere sono cose anche buone, si vuol essere “forti e liberi”, si vuol “poter fare”, poter risolvere, aiutare, salvare, ma forza e potere portano la tentazione della prepotenza. Come tenerla a bada soprattutto nei maschi che dalla loro hanno più forza fisica? Con l’insegnamento dell’amore? Mah. Di sicuro con l’insegnamento dell’onore e del suo codice. Ne riparleremo.
Pubblichiamo poi il ricordo, scritto da Michele Battini, di due grandi uomini, Alexander Langer e Clemente Manenti, amici fra loro e anche della nostra rivista della quale furono collaboratori. In gioventù furono entrambi dirigenti di Lotta Continua. Il saggio si conclude con una suggestiva immagine di Clemente su quella che fu un’esperienza che coinvolse in modo travolgente migliaia e migliaia di giovani: “Un delirio anarchico”. E però ci sembra giusto dire che altri, fra cui chi scrive, pensano che sia stato piuttosto un “delirio leninista”, con tutte le conseguenze, per restare in tema, legate al problema della forza, della forzatura, della violenza, dell’odio per i sindacati e per la democrazia. Questo non contraddice che come esperienza umana sia stata straordinaria. Come ci dice Simone Weil, nella orribile guerra si possono ritrovare i sentimenti più puri. E poco cambia se “la guerra”, in quel caso, fu frutto di un delirio. Ma casomai ne discuteremo. A un giovane “impegnato” di oggi la discussione potrebbe interessare.
Infine Alessandro Rosina ci parla di una potenziale catastrofe demografica, Giancarlo Parissi della situazione delle nostre carceri, Stefano Maffulli dell’intelligenza artificiale, poi Alfonso Berardinelli dei Francofortesi, Matteo Lo Presti del ’56, anno fatidico per la sinistra, Belona Greenwood del vivere e morire in Inghilterra. La “visita” è alla tomba di Simone Weil.
Libri su Israele e Palestina di Una città, scaricabili
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In questo momento tragico, per chi volesse approfondire la storia del rapporto fra ebrei e palestinesi mettiamo a disposizione gratuitamente il pdf dei nostri libri.
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Perché sosteniamo l'Ucraina?

foto di State Emergency Service of Ukraine
La concezione dei “realisti”, secondo cui si dovrebbe dividere il mondo in zone di influenza; l’errore tragico delle repubbliche democratiche europee che nel 1936, non aiutarono la Repubblica spagnola; il prezzo “realista” di Yalta, con mezza Europa costretta a subire il dominio sovietico; il dovere, in nome di un nuovo internazionalismo, quello democratico, di aiutare una democrazia in pericolo.
Di Michael Walzer.
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Forlì,
20 settembre 2023
dalla cartolina dell'iniziativa del 20 settembre 2023


Questo numero è "aperto" a tutti.
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IL DUE ORIGINARIO

foto di Tano D'Amico
La grandezza del femminismo, di dare dignità alla parola donna non più solo come qualcosa di accessorio all’uomo o al maschile, oggi rimossa, nel nome di un nuovo neutro; le parole sostituite: “donna” con “persona con utero” e “maternità” con “gestazione”; mentre si invoca un “rispetto della natura” in nome dell’ambiente si professa una “rivoluzione della natura” per l’essere umano; la rimozione del limite di ciò che è dato. Intervista a Olivia Guaraldo. Leggi di più
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foto di Pal Fest
Il tragitto che ha portato un giovane palestinese di Hebron, nato e vissuto in regime di occupazione dove, se palestinese, sei colpevole fino a prova contraria, alla scelta della non violenza come lotta per la difesa dei diritti dei palestinesi; i risultati ottenuti e la risonanza oltre i confini di Israele; la prima battaglia, quella delle macchine fotografiche; l’incontro con ebrei israeliani e della diaspora americana e la fine dell’odio. Intervista a Issa Amro. Leggi di più
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L'AGGETTIVO "LIBERALE"

foto di Andrew Malone
L’importanza dell’aggettivo “liberale”, da associare alle parole “socialismo” e “nazio-nalismo”, per evitare le pieghe autoritarie dell’uno e dell’altro; il socialismo liberale implica il pluralismo, anche competitivo, ponendo un limite a chi si ritiene ideologicamente nel giusto; due a uno per Trump fra gli operai di Johnstown, in Pennsylvania, sei a uno per Clinton a Princeton; Stuart Mill e la vittoria di Attlee nel ’45 in Inghilterra. Intervista a Michael Walzer. Leggi di più
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I NUOVI FASCISMI
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Partiti unici o dominanti, uso sistematico di coercizione e violenza, controllo totalitario dei cittadini, culto della personalità del capo, controllo statale di un’economia capitalistica e poi odio per i valori liberali incarnati dalle democrazie, oscurantismo religioso, repressione delle minoranze etniche e Lgbt. Cosa ci vuole per definirli regimi fascisti? Pubblichiamo gli interventi sul tema al 900fest di Antonella Salomoni, sulla Russia, di Jean-Philippe Béja, sulla Cina.
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BARAYE

Alcuni minorenni uccisi durante le manifestazioni in Iran (Amnesty International)
Una rivolta scoppiata all’indomani della morte di una giovane donna curda, che dura ormai da diversi mesi e che, a differenza del passato, sta coinvolgendo grandi città e piccoli paesi, ricchi e poveri, giovani e vecchi, di etnia persiana, curda, belucia, turca, turcomanna, guidata dalle donne per i diritti di tutti, che continua malgrado la feroce repressione; Il ruolo dei social e i primi segni di cedimento di un regime corrotto irriformabile. Intervista ad Ahmad Rafat. Leggi di più
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LA QUESTIONE TEDESCA
A fine Ottocento, nel cuore d’Europa un sistema di regni divisi si unifica e nasce una potenza continentale che, per dimensioni economiche e demografiche, sbilancia tutto il continente; la questione tedesca: un paese troppo grande per essere uguale agli altri e troppo piccolo per svolgere un ruolo egemone; il rapporto con il passato, ormai risolto, e una Germania che oggi preoccupa più per la sua debolezza che per la sua forza. Intervista a Angelo Bolaffi.
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Pensieri censurati
Una satira spietata dell’ondata oscurantista, questa volta proveniente da sinistra, contro la letteratura del passato, accusata di razzismo, sessismo, classismo e di quant’altro; un desiderio di censura, questa volta “progressista”, che ricorda tempi andati e da cui non si salva nessuno dei capolavori del passato, neppure Shakespeare. Di Stephen Eric Bronner. Leggi di più
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IL CUORE DELL'EUROPA
Ricordiamoci che gli ucraini nel 2014 scesero in piazza con le bandiere dell’Unione europea; ora lì è in gioco l’avvenire dell’Europa per i prossimi decenni; oltre al sostegno militare, a sanzioni più efficaci, è decisiva l’entrata dell’Ucraina nella Ue; la necessità di una forte difesa europea a fronte del fascismo espansionista russo e quella di liberarsi della mentalità da puri “consumatori”, innanzitutto nei rapporti con la Cina.
Intervista a Raphaël Glucksmann. Leggi di più
La nostra Ucraina
L’invasione russa ha costretto persone pacifiche, gente comune, a rischiare la propria vita. In tanti stanno combattendo perché credono in un’Ucraina che sappia accogliere tutti i suoi cittadini e riconoscere i loro diritti.
Intervento di Michael Walzer. Leggi di più
Una guerra giusta?
Due mesi fa, quando ho scritto “Una lettera da Kiev alla sinistra occidentale”[NdR: articolo pubblicato su “Dissent” e uscito anche nel n. 282 di “Una città” con il titolo “Noi vi opporremo resistenza”] speravo che lo shock provocato dall’invasione russa e le voci della sinistra ucraina avrebbero spinto la sinistra occidentale a ripensare al proprio approccio. Sfortunatamente, sono troppi quelli che non ci sono riusciti. Intervento di Taras Bilous.Leggi di più
Fra Putin e la democrazia liberale
Il necessario sostegno, anche militare, della Nato a un’Ucraina che deve difendersi dall’invasione ingiusta e brutale e, insieme, la prudenza nell’evitare una precipitazione possibile in una guerra generale, potenzialmente anche nucleare; le sanzioni da inasprire, ma anche il rischio di conseguenze che potrebbero minare la solidarietà agli ucraini; il problema delle sinistre rispetto alla Nato e il paragone con l’Iraq.
Intervista a Jeff C. Isaac. Leggi di più
l'altra tradizione
Scelgo l'Occidente
"Nel corso dell’ultima guerra non ho scelto, dapprima perché ero un socialista rivoluzionario trotzkista, in seguito perché mi stavo trasformando, in particolar modo dopo la bomba atomica, in un pacifista. Ma ora nessuna di quelle due posizioni mi appare valida"
Per il "reprint" del n. 283, un testo di Dwight Macdonald.
Marca, terra di confine
"Volevo parlare dell’Ucraina. Per molti l’Ucraina -trentacinque milioni di uomini- non esiste neanche!"
Per il "reprint", una lettera di Andrea Caffi a Prezzolini presumibilmente nel 1915.
pagine di storia
HOLODOMOR

bambina affamata di Kharkiv
Lo sterminio per fame di milioni di ucraini, voluto da Stalin, per imporre la collettivizzazione della terra; la criminalizzazione dei contadini, a cui fu impedito per legge di tenere per sé anche poche spighe di grano e che, già debilitati, furono oggetto, durante le sistematiche perquisizioni, di violenze e torture; gli atroci effetti della fame. Pubblichiamo alcuni brani tratti da “La grande carestia” di Anne Applebaum (Mondadori, 2019). Leggi di più
la guerra in Ucraina
Ucraina, l'invasione e il futuro
Le bombe cadono su Kharkiv e su Kiev in ciò che è diventato il più grande e sanguinoso conflitto che l’Europa abbia sperimentato sin dalla Seconda guerra mondiale. Sono circa duemila gli ucraini uccisi o feriti, un po’ meno i russi, e presto saranno centinaia di migliaia quelli che diventeranno rifugiati. Il Presidente Vladimir Putin ha circondato l’Ucraina con 190.000 truppe, un primo passo per ricreare la posizione russa di superpotenza e la vecchia sfera di influenza sovietica.
Intervento di Stephen Eric Bronner (1 marzo)
Bandiere
Cari amici,
vi mando poche righe che ho scritto ieri, anche se dopo questo fine settimana mi direte che colleziono manifestazioni. Sarà per nostalgia.
La terza a cui sono andato con Silvia, ieri, è stata quella degli ucraini di Roma a Piazza della Repubblica, che si è poi trasformata in corteo fino ai Fori.
Lettera di Umberto Cini
Mi scopro sempre più europeista
Se scoppia una guerra vera, l’Occidente potrà fornire sostegno morale, politico e diplomatico agli ucraini, e ovviamente rifornimenti militari; ma non potrà impegnarsi direttamente militarmente contro una potenza nucleare; l’auspicio che, come avvenne nel 1936 per la Spagna, nasca una brigata internazionale che si unisca all’esercito ucraino... Le rinnovate speranze sull’Europa e la crisi della democrazia americana.
Intervista a Michael Walzer.
L'Ucraina esiste, eccome...
una lettera di Andrea Caffi a Prezzolini del 1915 (conservata nel fondo Caffi della Biblioteca Gino Bianco-Fondazione Lewin) in cui, per smentire un articolo apparso su "La Voce", fa una precisa disamina dei motivi per cui l’Ucraina è una nazione e gli Ucraini un popolo.
(Andrea Caffi, nato in Russia da genitori italiani immigrati, socialista libertario, volontario nella Prima guerra mondiale, nella sua vita ebbe modo di conoscere le carceri zariste e leniniste in Russia e quelle naziste in Francia. Era un grande studioso di storia bizantina e del mondo slavo).
MEMORIAL
una nuova iniziativa delle edizioni Una città
Libertà e malinconia
parole e musica di Paola Sabbatani - arrangiamenti di Daniele Santimone
libretto + cd. Edizioni Una città, 2021 - 32 pagine
Aspettative e sogni delusi, perché qualcosa, nell’idea, non ha funzionato, eppure il sentire, che resta, di non potersi chiamare fuori. Vite che a volte si incatenano male, senza lasciare vie d’uscita, ma anche la seconda possibilità che c’è e un fidanzato che non scappa quando il peggio arriva.
La ribellione da giovani, i padri ritrovati e il “fare insieme” che dà senso e forza, ma pure stanchezza e desiderio di un “recinto” di pace. Amori impossibili, per età, per sesso e circostanze, tenuti segreti a nascondere la propria vulnerabilità. La lotta contro la sfortuna, così necessaria e spesso anche vittoriosa, ma comunque impari, che lascia nel cuore un fondo di malinconia

Paola Sabbatani, voce
Roberto Bartoli, contrabbasso
Tiziano Negrello, contrabbasso e percussioni
Daniele Santimone, chitarra sette corde e voce
La fame di studio
I dubbi su una scuola sempre più vocata all’accoglienza, all’aiuto per gli alunni in difficoltà, e che per rispondere a tale vocazione, ha smesso di chiedere agli studenti di fare fatica, di offrire loro obiettivi ambiziosi; la convinzione che allargare la platea non comporti affatto l’abbassamento di livello; la proposta di una scuola dell’obbligo fino a 16 anni uguale per tutti e di alto livello dove anche il futuro falegname impari il latino. Intervista a Paola Mastrocola.
archivio
Il supermercato dell'energia
La situazione del Kazakistan, ricchissimo di risorse energetiche e non solo, che, a causa della politica predatoria delle sue classi dirigenti, ha ridotto la popolazione alla fame; l’ambizione di Putin: un’Unione economica euroasiatica, speculare all’Unione europea; l’urgenza per l’Europa di ridisegnare il proprio ruolo prima delle elezioni americane del 24, nel dilemma tra allargamento e integrazione; la crisi, grave, della Bosnia. Intervista a Paolo Bergamaschi.
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foto di Nasa Earth Science/CC
Sono stati Karl Polanyi e Keynes, suo contemporaneo, a sostenere che il mercato capitalistico, senza un intervento lungimirante della politica e dello stato, non è in grado di “tenere insieme” la società; la strada maestra di un liberalismo inclusivo, riformista, da contrapporre sia alla via del “lasciar fare” al mercato, cara a conservatori e privilegiati, così come a qualsiasi idea di rivoluzione; l’illusione di un nuovo Trentennio glorioso. Intervista a Michele Salvati.
Insegnare
a fare le domande

foto di Guia Biscàro
L’inadeguatezza dell’attuale sistema di formazione degli insegnanti, in particolare delle secondarie, che tradisce l’idea, ancora invalsa, che basti conoscere una materia per saperla insegnare; le figure del tutor e dell’insegnante accogliente, che vanno tuttavia potenziate; il problema della motivazione e del rapporto scuola-università; il rischio, grave, di sprecare l’enorme potenziale delle nuove leve. Una conversazione tra Clotilde Pontecorvo e Anna Lona.
Veni foras

Immagine tratta da Jacob Ruf: De conceptu et generatione hominis, 1554
Nella scena del parto medievale, affollata di donne, con i mariti fuori a pregare che sia un maschio, centrale è la figura dell’ostetrica; le storie dei miracoli e i testi medici e giuridici, fonti preziosissime; la vicenda del parto cesareo, che viene adottato originariamente per estrarre il bambino dalla madre già morta, per salvare l’anima del neonato o, più spesso, per trasferire l’eredità dalla madre al padre. Intervista ad Alessandra Foscati.
domande
Intervista
n. 277
n. 277
Siamo destinati a una sempre maggiore centralizzazione?
E che fare?
Intervista
a Marco Cammelli
n. 275
Recovery fund: l'occasione per un cambiamento radicale della società?
Intervista
a Salvatore Biasco
n. 271
Identità di genere,
un'identità a testa?
Un webinair dal titolo: “Il ddl Zan: cosa c’è in gioco?”
e un'intervista a Francesca Izzo
n. 275
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La quarta rivoluzione
Dopo la copernicana, la darwiniana, la freudiana, internet; perché internet non è un aggiornamento di Gutenberg, ma un vero e proprio nuovo habitat, fondato sulle relazioni, sulla rete e i suoi nodi, dell’esigenza di un progetto comunitario umano basato sul verde e il blu, sull’ambiente e sul digitale e sulle tre “C”: coordinamento, collaborazione, cooperazione.
Intervista a Luciano Floridi.
Leggi di più
Disuguaglianze
e scuola
Nonostante le speranze riposte nell’istruzione pubblica come “great equalizer”, l’evidenza ci dice che la scuola riesce a combattere le disuguaglianze solo in alcuni casi e date alcune condizioni, tra cui sicuramente un’alta spesa pubblica, ma anche un solido curriculum comune; i rischi sottesi ai concetti di merito ed eccellenza e il dibattito sorto sulle competenze e attorno alla domanda: a cosa serve la scuola? Intervista a Luciano Benadusi e Orazio Giancola.
Cosa ci fa lì l'imam?
Il problema dei matrimoni combinati era evidente da anni, chi si impegna con gli immigrati vedeva sparire all’improvviso le ragazze, ma, soprattutto a sinistra, non si è mai voluto affrontare il problema per evitare l’accusa di islamofobia; il rischio che i diritti delle donne vengano considerati un patrimonio solo occidentale; il dramma di un’adolescente che si rivolge alle autorità italiane e queste chiamano i genitori. Intervista a Tiziana Dal Pra.
di carcere
Ma poi si incontrano
di nuovo, vero?
intervista ad Amedeo Savoia
Essere un po' rivoluzionari
per fare le cose normali
intervista a Carmelo Cantone
Il sonetto in carcere
intervista ad Edoardo Albinati
Il cesto marcio
Intervista a Michele Passione
La pena della lettura
Intervista a Stefania Amato

(foto di Alessio Duranti)
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Israele
e i territori
La questione demografica
Intervista a Davide Lerner
Ma noi già ci parliamo!
Intervista a
Manuela M. Consonni

Interventi
Eccezione
Le origini del discorso sulla arretratezza dell’Est risalgono a una certa retorica comunista, italiana, non ufficiale, ma presente nelle discussioni, conversazioni, nella propaganda insomma. Il Pci, notoriamente, in Italia difendeva la democrazia, il rispetto delle regole del gioco, non elogiava la dittatura del proletariato e simili. Era insomma un partito di sinistra, per il quale l’unica via verso il potere non poteva essere altra che quella parlamentare. Ma allora, come si conciliava il rispetto delle “regole borghesi”, oggi diremmo liberali, con una certa simpatia nei confronti dei regimi dei paesi dell’Europa centrale?
intervento di Wlodek Goldkorn
Il piccolo principe
C’è stato un cambiamento negli ultimi anni: si è passati da oppressi/e, subordinati/e e sfruttati/e a vittime. Nel mondo ci sono delle vere vittime, ma l’essere vittima non dà diritti in quanto tale, anzi è il risultato di averli persi. Mi diceva un mio conoscente che lavora per un’associazione di rifugiati (essendolo stato anche lui) che quando è arrivato lui molti anni fa i richiedenti parlavano delle loro lotte, adesso cercano solo di dire quanto sono vittime. L’occidente compra vittime altrui ed anime di ribelli? L’idea dell’oppressione era legata al cambiamento della relazione e del problema, l’oggetto dell’oppressione.
intervento di Vicky Franzinetti

In questa foto, in piedi da sinistra: Heinrich Blucher, Hannah Arendt, Dwight Macdonald e la sua seconda moglie Gloria Lanier; seduti: Nicola Chiaromonte, Mary McCarthy e Robert Lowell, 1966
Non potevamo ignorare un avvenimento che aspettavamo da anni e a cui amici come Gino Bianco e Wojciech Karpinski, e ovviamente Miriam Rosenthal Chiaromonte, avevano dedicato l’impegno di una vita: quello di far conoscere in Italia l’opera e la vita di un intellettuale militante come Nicola Chiaromonte, famoso in Polonia e negli Stati Uniti e pressoché sconosciuto in Italia. Il motivo lo conosciamo: in Italia era proibito essere antitotalitari e di sinistra contemporaneamente. L’uscita del Meridiano Mondadori con una raccolta dì saggi sancisce la fine di un boicottaggio vergognoso. Siamo orgogliosi di avere dato una mano a Gino Bianco a Wojciech Karpinski e a Miriam Chiaromonte in questa dedizione, i cui frutti, purtroppo, nessuno di loro ha potuto raccogliere. Nell’inserto ripubblichiamo l’intervento “Una conversazione che non è mai finita”, che Karpinski tenne al convegno dedicato a Chiaromonte organizzato da “Una città” nel lontano 2002. Ricordiamo i partecipanti, da Enzo Golino, che purtroppo non c’è più, a Irena Grudzińska Gross che in fuga dalla Polonia trovò, come tanti altri polacchi, rifugio in via Ofanto; a Ugo Berti, il primo a pubblicare per il Mulino testi di Chiaromonte; a Pietro Adamo, Gregory Sumner, Marino Sinibaldi. Ricordiamo la soddisfazione di Gino Bianco per il fatto che, con quel convegno, avevamo scongiurato un tentativo della destra di “impossessarsi” di Chiaromonte. Pubblichiamo inoltre la seconda puntata degli “appunti sull’antitotalitarismo italiano” di Massimo Teodori.
Appunti sulla politica antitotalitaria in italia - seconda parte - Massimo Teodori
Muska carissima... - Nicola Chiaromonte
Una conversazione che non è finita - Wojciech Karpinski
IN MEMORIA
Jovan Diviak
Giorgio Bacchin
Giorgio Bacchin, uno dei fondatori della nostra rivista, dopo un mese di ricovero in ospedale per un’emorragia all’aorta, quando sembrava ormai fuori pericolo, è morto nella notte fra il 26 e il 27 novembre. Aveva 65 anni. Il ricordo di Gianni Saporetti.
Franco Travaglini
Abbiamo pubblicato nel n. 273 alcune testimonianze che lo ricordano.
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"Ricordare"
Intervista a Vittorio Foa
"La socialdemocrazia è morta?"
Intervista a Michael Walzer
video-intervista a Michele Ranchetti realizzata dal "collettivo minimo torinese"
Presentazione dell'associazione "Amici di Nicola Chiaromonte"
con interventi di Marta Herling, Massimo Teodori, Cesare Panizza
Intervista a Lissi Lewin che ricorda il fratello Alfred e la madre, uccisi nell'eccidio dell'aeroporto di Forlì
Valdo Spini
sui fratelli Rosselli
Daniele Menozzi presenta il libro "Giudaica perfidia"
Cesare Panizza presenta il libro su Nicola Chiaromonte
Gianni Saporetti
intervistato l'11.05.17 sul '68 a Forlì
Jamila Hassoune presenta il libro "Dove i libri sono rari come la pioggia"
Edoardo Albinati presenta il suo libro "La scuola cattolica"
Alberto Saibene presenta il libro "L'Italia di Adriano Olivetti"
Cesare Panizza presenta il libro "Piero Gobetti: l'autobiografia di una nazione"
Pietro Polito presenta il libro "Il dovere di non collaborare"
Roberto Balzani, Nicola Del Corno e Carlo De Maria
"I fratelli Rosselli nella storia d'Italia"
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