... all’epoca la vicenda fu occultata, anche se in verità i media cercarono di documentare quanto accaduto. Ad esempio, il libro Ratonnade à Paris è costruito in gran parte sulla rassegna stampa dei giorni successivi; molti giornalisti avevano seguito la manifestazione, erano stati testimoni delle violenze e l’indomani avevano pubblicato foto e resoconti sui giornali. Consultando queste fonti emerge, tuttavia, che nessuno aveva una visione globale degli eventi, anche perché le prove furono occultate molto in fretta e il governo e la questura di Parigi minimizzarono l’entità e la ferocia della repressione, parlando di tre o quattro vittime. Quindi, nonostante le proteste e le prese di posizione di una parte della stampa francese, la vicenda venne accantonata, tanto più che in quel periodo l’Oas aveva cominciato a mettere bombe a Parigi e il clima era tale che la maggioranza dei francesi voleva solo mettere la parola fine all’intera vicenda.
L’8 febbraio ’62 si tenne un’altra grande manifestazione organizzata dal partito comunista francese contro l’Oas e la politica repressiva del governo in Algeria, manifestazione anch’essa repressa nel sangue (ci furono otto vittime tra i militanti comunisti). Purtroppo, i morti di quella manifestazione cancellarono definitivamente il ricordo di quelli dell’ottobre ’61 dalla memoria dei francesi.
Il seguito lo sappiamo: il 19 marzo ci sarà il cessate il fuoco e il 5 luglio l’indipendenza dell’Algeria, col referendum in Francia. Si chiuderà così un periodo terribile, nerissimo, con la netta sconfitta della Francia, che perderà la sua colonia (quasi due milioni erano i soldati francesi inviati in Algeria), coi pieds noirs che torneranno in patria, con lutti e dolore per moltissime famiglie. E il 17 ottobre sarà spazzato via da questa ondata di antimemoria. ...