"Il sito indesiderato e la democrazia” (2001) si intitolava una delle prime interviste a Luigi Bobbio pubblicate su "Una città”. Prendeva spunto da un libro da poco pubblicato: "Perché proprio qui?”. Era stato grazie a lui che, in redazione, avevamo imparato il significato di formule come "Nimby”, not in my backyard (non nel mio cortile) e in generale ci eravamo avvicinati al tema di come risolvere i conflitti tra interessi generali e particolaristici, in un contesto di rivitalizzazione degli ambiti locali, che poi, per Bobbio, era anche un segno di "maturità democratica”. Nel 2004 pubblicammo "Mondo A e mondo B”, sulla schizofrenia, nella società italiana, tra la logica del decisionismo maggioritario (che poi però fallisce) e quella del consenso. Nel 2007 organizzammo infine un forum, che resta ancora di grande attualità, atra lui, Nadia Urbinati e Pino Ferraris, sul rapporto tra esperienze deliberative e democrazia rappresentativa.
Da allora, periodicamente, e sempre mantenendo quel suo modo schivo (spesso le sue comunicazioni esordivano con: non ho niente di particolarmente interessante da raccontarvi), ci ha dato tanti suggerimenti per seguire questo importante filone, anche attraverso il racconto di tante "buone pratiche”. Così, solo qualche mese fa, ci aveva invitato ad andare da Antonio Floridia sulle esperienze partecipative toscane; da lui era venuto anche il consiglio di intervistare Ilaria Casillo, giovane geografa napoletana, vice-presidente della Commission nationale du débat public in Francia. La stessa proposta era venuta contemporaneamente anche da Marianella Sclavi, che fece poi la bella intervista pubblicata qualche mese fa. In un ultimo messaggio lamentava che la democrazia partecipativa "non stava andando molto forte”.
Ci mancherà molto il suo sguardo e la sua competenza e ricorderemo la sua gentilezza. Dalla redazione di Una città le più sentite condoglianze ai familiari di Luigi.