Cari amici,
nel 1902, in Russia, fu rappresentata un’opera teatrale rivoluzionaria. Scritta da Maksim Gor’kij, un uomo che era uscito dalla povertà anche grazie alla sua passione da autodidatta per i libri, un uomo non estraneo alle più aspre realtà della vita sotto il dispotismo, era un dramma possente e autentico. I personaggi de "L’Albergo dei poveri” venivano dai gradini più bassi della società: gli emarginati, i criminali, i tossicomani, gli afflitti, i disoccupati e i moribondi di un dormitorio di San Pietroburgo. Era la prima volta che su un palco russo veniva portata in scena la gente comune. Il copione è permeato da un terribile senso di fatalismo, dall’impossibilità di sfuggire al proprio destino,  ma anche da un senso di determinazione, di amore e carità tra afflitti. Entra in scena una sorta di pellegrino errante, ambiguo e con l’aspetto di un vagabondo, le cui parole si lasciano dietro una scia di speranza. I miserabili riversano il loro straziato desiderio di qualcosa di meglio. Alla fine tessono una rete di sogni, ricoprendosi della speranza che quell’uomo possa rendere migliore il loro mondo, e proprio a causa di questa disposizione d’animo si ritrovano in una situazione ancora peggiore.
Giunti alla resa dei conti, quando è il momento di agire, il pellegrino/vagabondo sparisce; ha un talento per le belle storie ma non è in grado di affrontare la realtà e fare qualcosa per quelle terribili disuguaglianze e prevaricazioni. Il nodo centrale del dramma è se sia meglio affrontare la realtà o rifugiarsi in una menzogna rassicurante. I personaggi de "L’Albergo dei poveri” credono a un ammasso di bugie, e il tradimento delle loro speranze li abbandona in un luogo di vera oscurità. È un dramma che oggi non sembrerebbe anacronistico.
Ad aspettare Gorky, dietro le quinte, c’era una rivoluzione. Noi abbiamo un "Ritorno al futuro”... o uno scherzo di pantomima. I balli al suono della musica trionfalista e cinica dei nostri format d’intrattenimento in diretta, i "furbetti” della Brexit, e -su scala europea- i falsi profeti di destra che si ubriacano di risate pre-natalizie, perché la parte del fesso spetta proprio alla gente. "Boom! Boom!”, terminavano le risate della scaltra volpe rossa antropomorfa Basil Brush, il popolarissimo burattino della Tv. A ben vedere, tutto il tira e molla di quest’ultima settimana sui piani del governo per la Brexit potrebbe essere stato tratto di netto da un copione di Basil Brush. Le note trapelate da una riunione di governo sui programmi Brexit con l’appunto "Sia la botte piena sia la moglie ubriaca”; David Davies con la sua ammissione che potremmo dover pagare per restare nel mercato unico; le infervorate smentite dei più intransigenti sostenitori della Brexit e, come se non bastasse, Boris Johnson -che dire?-; la vittoria dei liberaldemocratici a Richmond Park by-election,  dove è stata rovesciata una maggioranza di 23.000 conservatori: soltanto alla fine di ogni copione di Basil Brush si assiste a un soddisfacente ritorno all’equilibrio.
Quel che sta accadendo qui e in America, e da voi, come in Francia e Germania, sembra così improbabile, oltremodo parodico e oltraggioso e così tanto veloce che facciamo fatica a tenere il passo. È come se fossimo tutti parte di un nuovo format televisivo. Non "L’isola dei famosi”, ma "L’isola di coloro che ci lasciano credere che una menzogna incommensurabile sia la nostra nuova realtà e riescono a farla franca”. Oppure potremmo essere alla radio, in un programma dal titolo simile a quello del nostro gioco di successo "L’incredibile verità!”.
Per fortuna è Natale! Una gradita distrazione, un po’ di tempo per qualche racconto tradizionale e per il più grande inganno di sempre: la storia di un uomo molto grasso che si ficca nei comignoli con una sacco pieno di regali. Da bambini è il nostro primo assaggio della mendacia del mondo reale. Scopriamo che il sogno non è realtà.
C’è la corsa agli addobbi, ma anche tanta realtà: i bombardamenti criminali dei bambini e delle loro famiglie ad Aleppo; la vergognosa e orribile perfidia senza tempo degli abusi sui minori -questa volta è successo nel mondo del calcio-; il numero crescente di famiglie inglesi senza dimora; i bambini rifugiati che ancora aspettano di essere ammessi nel Regno Unito e il numero sproporzionato di giovani che soffrono di ansia sociale e problemi mentali: nel 2014 si è registrato un aumento del 70% dei giovani recatisi al pronto soccorso per autolesio ...[continua]

Esegui il login per visualizzare il testo completo.

Se sei un abbonato online, clicca qui accedere, oppure vai alla pagina Abbonamenti per acquistare l'abbonamento online.
Gli abbonati alla rivista hanno diritto all'abbonamento online gratuito!