Cari amici,
novembre è un mese che sa di rivoluzione. Una volta era tradizione che il 5 novembre le effigi di Guy Fawkes venissero bruciate su dei falò per tutto il paese. Guy Fawkes faceva parte di una cospirazione cattolica che nel 1605 si propose di far saltare in aria il palazzo del Parlamento. Fece una fine terribile. Venne impiccato, sbudellato e squartato, dopo orrende torture, e venne demonizzato per secoli.
Quando ero bambina, portavamo in giro su un piccolo carretto un manichino sommariamente imbottito di carta di giornali, e chiedevamo ai passanti o ai vicini un penny per il fantoccio. Usavamo il denaro raccolto per comprare fuochi d’artificio a scintille e illuminavamo la notte di stelle di polvere pirica d’argento e il "fantoccio” veniva gettato sul falò a bruciare.
La tradizione di bruciare effigi ormai è scomparsa. Negli anni recenti non riesco a pensare a una singola occasione in cui niente altro che legna sia andata a fuoco su un falò.
Tuttavia questo mese, nell’anno 2010, una effigie di David Cameron è stata bruciata durante la dimostrazione degli studenti a Londra. La protesta ha visto 50.000 fra studenti e professori  marciare contro l’introduzione di aumenti alle tasse universitarie, da 3.200 a 4.000 sterline all’anno. Questo è un provvedimento che è la punta di un iceberg di cambiamenti che rischiano di ridurre l’educazione superiore a una ristretta nicchia di mercato diretta a consumatori.
Una mia amica quel giorno ha preso con sé il figlio di 11 anni e le è piaciuta molto l’atmosfera di solidarietà e umanità condivisa che c’era in quel cuneo ingorgato di gente in cima a Whitehall. Non ha portato suo figlio giù al fiume dove secondo la stampa gli studenti erano in balia di fanatici anarchici della sinistra che incitavano alla violenza.
Quando ero all’ Università qualche anno fa gli studenti erano una massa soddisfatta con una stupefacente ignoranza di politica. Molti non sapevano neanche cosa volesse dire anarchia. Se c’era qualche protesta verosimilmente riguardava questioni locali che confliggevano con il loro stile di vita. La maggioranza degli studenti erano troppo impegnati a lavorare part time e a studiare full time in seminari e lezioni affollate per avere l’energia per picchetti o dimostrazioni.
Per anni non era successo molto, e tutte le grandi dimostrazioni a Londra (come quelle contro la guerra in Iraq nel 2003 che furono le piu’ grandi mai tenute nel Regno Unito con due milioni nella capitale), furono contenute dalla polizia e completamente ignorate dal governo Blair.
Ignorare le opinioni di due milioni di persone per le strade di Londra e le altre innumerevoli dimostrazioni in città piccole e grandi in tutto il paese probabilmente ha spento la passione della protesta. A che serve se nessuno ascolta? Cosa potrà mai significare per una democrazia inquinata da membri del Parlamento più interessati a lucrare sulle proprie spese che a governare il paese? C’è da meravigliarsi che ben il 65,1 % degli elettori si sia preso il disturbo di recarsi alle urne alle elezioni del 2010.
 
Ma quello stato d’animo ora è passato. In questa città il raduno di protesta indetto contro i tagli era così affollato che delle persone sono state mandate via per ragioni di sicurezza. La rabbia è tornata di moda e anche la tattica di creare demoni. E’ comodo avere un demonio perché può distogliere l’attenzione da quello che sta veramente accadendo. Il demonio in questo caso è un piccolo gruppetto di "anarchici incappucciati”, condannati dal governo, dalla stampa e dal presidente dell’Associazione Nazionale Studentesca, Aaron Porter come "spregevoli”.
Ma, come ha fatto notare a Porter un presentatore della Bbc, gli studenti che protestavano fuori Millbank non sembravano una minoranza minacciosa, ma semplici studenti e la folla teneva sotto controllo comportamenti stupidi e estremistici. Quando un estintore vuoto è stato gettato dal tetto, si è sentito: "Non gettate merda! Non gettate merda!”. La folla vigilava su se stessa. Gli studenti hanno trovato le porte del quartier generale dei Tories aperte e semplicemente sono entrati, stupiti che non ci fosse nessuno a fermarli.
Per alcuni commentatori della stampa, certamente per il governo e specialmente per i Democratici Liberali che avevano fatto marcia indietro rispetto a una promessa elettorale secondo la quale non avrebbero mai appoggiato l’introduzione delle tasse, la violenza a Millbank è stata come "la manna dal cielo”.
Come dice provocatoriamente sul Daily Mirror Billy Bragg, un musicista noto per la sua coscienza sociale, non sono gli studenti che dovrebbero essere dichiarati colpevoli di demolire le tradizioni democratiche, ma i Democratici Liberali.
"A quelli schierati a giudicare le azioni degli studenti a Millbank come contrarie alle tradizioni della democrazia, si dovrebbe fare presente che sono i Democratici Liberali che non sono riusciti ad essere all’altezza di quelle tradizioni, non gli studenti. Impegnandosi esplicitamente per l’abolizione delle tasse scolastiche, i Democratici Liberali hanno raccolto centinaia di migliaia di voti da chi sperava di assistere al ritorno di una istruzione completamente gratuita come quella di cui avevano goduto le precedenti generazioni.”
La docente di filosofia presso la Roehampton University, Nina Power sul Guardian dice che la violenza deriva da una rabbia giustificata: "E’ difficile considerare la violenza semplicemente come la premeditazione di una piccola minoranza - è un’espressione genuina di frustrazione contro i pochi che sembrano determinati a rendere il futuro un luogo misero, segnato da una mentalità ristretta e dai debiti.
"La protesta nel complesso è stata molto importante e non solo per il grande numero di persone che ha richiamato. Non dovrebbe essere interpretata semplicemente in termini economici come protesta contro le tasse. Rappresenta anche la rabbia profonda avvertita da molti contro i tagli e la devastazione ideologica del sistema educativo se la coalizione l’avrà vinta. E’ stata una protesta contro il restringersi degli orizzonti; contro l’ipocrisia dei Democratici Liberali; contro un approccio alla vita sempre più utilitaristico e che considera i titoli accademici niente altro che ‘investimenti’ da parte degli individui, e nega qualsiasi legame fra l’istruzione e il bene comune”.
 
Nel 1980 sotto il regime ferreo della Thatcher le manifestazioni di protesta si susseguirono ininterrottamente. La gente provava sentimenti forti riguardo l’ingiustizia sociale e il diritto di avere una voce e che venisse ascoltata nell’interesse comune. Quella voce è stata un sussurro ma sta per diventare un urlo.
 ©Bel Greenwood 2010