Schizzo ha 45 anni e vive in un capoluogo del Nord Italia.

Ho avuto uno sviluppo abbastanza tardo, nel senso che sono stato uno sbarbo fino a 15-16 anni; ero uno sbarbotto di paese e non è che in paese ci fosse un granché da fare, a parte ascoltare i Led Zeppelin che due miei amici più grandi mettevano su per scopare… Quel paese è la morte civile, per una persona che voglia venire su decente; per fortuna c’era anche qualcuno a posto. Sono state le droghe il grande leitmotiv della mia adolescenza, perché era la cosa che mi dava più soddisfazione. Non mi ricordo neanche più bene come ho incominciato. Mi ricordo delle gran camminate da solo come un cagnaccio per il paese, poi ogni tanto incontravi qualche altro cagnaccio, e alla fine, se ci si incontrava intorno al canale, primo o poi qualcuno faceva una canna invitando anche quell’altro, però sono state cose piuttosto rarefatte finché sono rimasto in paese. Poi dopo ho incominciato ad andare in città per quello, per comprarmi da fumare e mi si è allargata un po’ la vita. Ho scoperto questa propensione alla vita marginale, mi trovo bene, è l’unica cosa che mi dà sicurezza, mi dà continuità, mi sento vivo finché non faccio un cazzo, una volta che mi metto a produrre invece… L’ho anche fatto, per fare bella figura con le fighe con cui sono stato, per risultare affidabile, per dare sicurezza a loro, per un po’ reggo anche, intendo qualche mese, però non è il mio gioco e alla fine si rovina la faccenda. Io ho sempre preferito cazzeggiare, possibilmente drogarmi… Drogarmi e basta.
All’inizio il fumo lo compravo con la paghetta che mi davano i miei. E’ dura quando hai 5000 lire alla settimana per andare a comprare del fumo, però mi ricordo che ci riuscivo. La mia paghetta non interessava a nessun pusher, così cominciai a fare dei ballottini, andavo a fregare i libri dall’arciprete e poi li andavo a vendere per le case del paese, dicendo che erano soldi che servivano ai preti. Questo l’ho fatto per poco perché poi mi hanno sgamato, è stato il primo contatto con la possibilità di fare dei soldi con gli averi altrui. Se ti dai un’occhiata intorno ci sono un sacco di maniere per arrotondare le entrate, e lo sanno tutti i possessori di stereo del paese che hanno avuto la sfiga di incontrarmi, a volte poi li rivendevo agli stessi a cui li avevo presi. D’altronde in ogni ambiente, per i motivi più disparati, che può essere voglia di figa, voglia di culi, voglia di compagnia, chissà quale altra inconfessabile voglia, fanno mercato con i marginali. E anche in paese ce n’era di gente così. Mi ricordo che ce n’era uno, un tizio che faceva il macellaio, che mi comprava il fumo perché, lui diceva, gli serviva per metterlo nella pastura per andare a pesce, e che questo sistema gli faceva vincere le gare. Io non ho mai abboccato granché a questa versione, non so quale fosse la realtà, può persino darsi che fosse vero. Ce n’è di gente strana… Ce n’era un altro che comprava tutti gli stereo, anche della roba invendibile, da tutti i tossicini del paese. Tutta gente che per i motivi più disparati gli piaceva avere dei traffici, forse solo per solitudine, e per me tanto di benvenuto, anche perché in paese non è che ci fosse tutta questa roba da rubare, spesso rubavi della merda, o ti capitava di rubare due volte la stessa cosa.
Poi ho abbandonato perché non era carino. In un ambiente così piccolo, dopo un po’ che fai questo lavoro… Se hai fortuna, come ho avuto io, la gente ti cerca per parlarti invece che per pestarti, però per esempio il povero Zano, che abitava vicino a me, mi ricordo che non poteva fare cento metri che doveva scappare. Si guardava sempre intorno, e appena sentiva una macchina che frenava, schizzava via tagliando per i campi. Lui era piccolino, tutti sapevano che era un ladruncolo, tutti lo sapevano anche di me e di altri, però lui era più facile da picchiare. Ti ciuffano lo stereo e vai a cercare Zano per dargli quattro schiaffi, poverino. Mi ha sempre salvato il fatto di essere di buona corporatura.
Ho avuto anche delle denunce e qualche arresto, nel periodo che ero proprio miope, perché mi facevo delle pere dalla mattina alla sera. Quando alla sera vai a letto, e ti sei tenuto la pera per la mattina, poi sei lì che non prendi sonno finché non te la sei fatta, alla fine alla mattina ti svegli che devi farti e allora ti devi sbattere in fretta prima di non riuscire più a muoverti dal down. Così mi sono trovato a fare delle cazzate. Una mattina, gio ...[continua]

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