Gabriele Cerri ha 19 anni, vive a Montagna in Valtellina, in provincia di Sondrio, ed è iscritto alla quinta dell’istituto tecnico per geometri. E’ stato eletto nel consiglio comunale dei giovani nella lista “A noi Sondrio”.

Io senza politica sto male; secondo i miei amici rasento il masochismo, non sono un esaltato, ma sono schierato. I miei non mi hanno mai influenzato, non hanno neppure le mie idee: mia madre è di centrosinistra, mio padre invece alle ultime elezioni ha votato per Rutelli perché Berlusconi non lo può vedere, ma come tendenza sarebbe più vicino al Polo. In casa si è sempre parlato di politica; quello che ne parla meno sono io, perché essendo molto radicale rischio di dover litigare su troppe cose, eppure per me la politica è essenzialmente una ricerca di interlocutori e, per quanto mi riguarda, è più facile trovarli fra gli adulti. Mi è capitato di partecipare a iniziative di soli giovani tipo il giornale scolastico, ma senza adulti a trascinarle si spengono da sole. Idealmente oscillo tra An e la Fiamma; sull’immigrazione ad esempio ho posizioni più vicine a Rauti: tendo al rifiuto completo, però poi sono europeista e liberista, anche se avrei preferito l’unità politica e legislativa prima di quella monetaria, basti vedere come cambia il diritto del lavoro da stato a stato. Per me il lavoro è fondamentale: un uomo deve lavorare sia per dare il suo contributo alla società che per essere indipendente; io dall’età di 14 anni ho sempre lavorato, sia d’estate che nei fine settimana e nelle feste, soprattutto nei ristoranti. Non devo mantenere nessuno, solo i miei vizi, ma mi darebbe fastidio che gravassero sulla mia famiglia. In casa mia ho sempre visto dei lavoratori, quindi non posso dire di non avere avuto esempi, ma nessuno mi ha mai imposto o anche solo consigliato di lavorare; è un bisogno mio, tanto che le mie sorelle a volte mi dicono di cercare di vivere la mia età, io però non riesco a immaginare un’estate senza lavorare. Sono cinque anni che non vado in vacanza. Come lavori ho fatto il cameriere per più di due anni in due ristoranti, uno del mio paese e l’altro di un paese vicino, poi c’era bisogno in cucina, così son passato aiuto cuoco per 6 mesi; a tempo perso lavoravo con mio cognato in un’azienda che produce tende e tapparelle; d’estate ho lavorato in rifugio alla capanna Marinelli, sono arrivato su il 29 giugno, quando c’erano ancora 5 metri di neve, e lì è iniziata la mia carriera di uomo jolly, quello che tappa i buchi, le mie mansioni andavano dallo spalare la neve al dare una mano in cucina al pulire i servizi esterni, portavo via la spazzatura, riordinavo il magazzino, facevo qualsiasi cosa. Mi va bene qualsiasi tipo di lavoro, anche perché non ho né l’età né la preparazione per fare richieste specifiche, mi piace spaziare; adesso ad esempio scarico casse di bibite e fusti di birra.
L’unica cosa che posso dire è che i lavori che ho fatto per più tempo, il cameriere e l’aiuto cuoco, mi hanno lasciato un segno, ho imparato bene i trucchi del mestiere, quindi se mi si ripresentasse l’occasione li rifarei, magari il sabato sera o la domenica.

Penso di essere mediamente intelligente, come tanti, però ho il dono di saper parlare con le persone e di saperle ascoltare, che credo mi venga da mio padre; lui ha sempre fatto lavori a contatto con le persone, il rappresentante per la Rizzoli, il concessionario per una ditta di intimo con più di cento venditori alle sue dipendenze, adesso si occupa della fidelizzazione clienti per alcune grandi società di telefonia mobile. Tornando a me a volte sono un po’ aggressivo, non riesco proprio a tollerare l’indisciplina, mi fa rabbia chi lede i diritti e la tranquillità degli altri, io non sono per la legge del più forte. Ad esempio in linea teorica penso che sarebbe giusto sbattere fuori gli extracomunitari dal nostro paese, però poi mi dispiacerebbe perché sono persone come noi. Anche nella lotta politica, io sono di destra, però se nel consiglio un ragazzo di sinistra fa una proposta non è che la boccio a priori come certi miei compagni di partito. Direi che sono un tipo pragmatico, quando i ragazzi di sinistra della mia commissione, la commissione Società, avevano proposto un concerto il primo maggio, io, che suono in un gruppo, non ci ho visto niente di drammatico e ho approvato, a patto che non ci fossero strumentalizzazioni politiche, tipo bandiere di Rifondazione. Poi però ci ho ragionato coi miei compagni e ho ...[continua]

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