Antonella Pinnelli è docente ordinario di Demografia Sociale presso la Facoltà di Scienze Statistiche dell'Università La Sapienza di Roma.

In Italia già da alcuni anni si registra una situazione di bassissima fecondità...
Devo dire che questa non è una caratteristica esclusiva del nostro Paese, ma interessa un po' tutto il sud Europa. Qui il massimo di fecondità si è verificato nella prima metà degli anni Sessanta, con il baby boom. Successivamente, la fecondità è diminuita progressivamente fino al tasso attuale, che è di 1,2 - 1,3 figli per donna. Il quadro però è articolato, cioè da una parte ci sono meno matrimoni, ma dall'altra anche la fecondità delle donne che si sposano è più bassa. E poi c'è un ritardo generalizzato della maternità.
Per un'analisi accurata bisogna inoltre distinguere il sud Europa, in cui si colloca l'Italia, dal nord dei paesi più sviluppati, dove stanno succedendo cose diverse: il ritardo della maternità è più forte, la gente non si sposa ma convive, la fecondità è più elevata. Evidentemente, anche all'estero la maggior parte della gente nel momento in cui ha un figlio si sposa ancora, però le fasi iniziali della vita di coppia in genere sono di convivenza e comunque ci sono più relazioni nel corso del tempo.
La situazione italiana è sicuramente più arretrata, proprio dal punto di vista dell'evoluzione sociale e culturale. Soprattutto, il fatto che le persone non riescano a sposarsi corrisponde alle strozzature del nostro mercato del lavoro, alla disoccupazione giovanile, ecc. Certo, anche in altri paesi c'è disoccupazione, ma è più assistita, per cui in qualche modo i giovani riescono a vivere in coppia lo stesso, magari in un modo più informale. Invece nei paesi del sud Europa l'impedimento è proprio a formare la coppia, cosicchè l'alternativa per chi non si sposa è vivere in famiglia con i genitori, con il conseguente allungamento di una fase "pre-adulta". Questa è senz'altro una specificità del sud Europa, che -è inutile nascondercelo- rispetto a Svezia, Inghilterra, Francia, paesi scandinavi, sconta una grossa differenza nel livello di sviluppo della società civile, come dello stato sociale.
Insomma, forse nei paesi più sviluppati d'Europa si può parlare anche di una scelta in queste tendenze, però in Italia mi sembra che non ci siano le condizioni, io qui vedo più una costrizione.
Cosa c'è all'origine di questi cambiamenti?
Innanzitutto, l'aumento dell'istruzione della donna e la sua maggiore partecipazione al mercato del lavoro. Anche qui i paesi del sud Europa sono un po' indietro.
Nei paesi scandinavi le donne lavorano tutte e prima investono nell'istruzione e nell'occupazione, ma poi anche nella famiglia. Voglio dire che là non solo avere un figlio a trent'anni è diventato normale, ma le condizioni sono tali che le donne riescono ad averne anche due, senza che si crei una situazione di incompatibilità con il lavoro. Infatti, nel nord Europa s'è sviluppato moltissimo il part-time, c'è molta flessibilità nel mercato del lavoro e le donne si sono scelte queste nicchie di mercato, che magari non consentono delle carriere strepitose, però non sono nemmeno marginali e comunque permettono una gestione umana dei tempi.
Certo, non è così dappertutto, perchè in Inghilterra, invece, il lavoro della donna rimane fondamentalmente precario e poco qualificato.
Caratteristica dei paesi del sud Europa resta invece una grave rigidità del mercato del lavoro, per cui se ci sei dentro fai una vita da cani e però se esci fuori non rientri più! Non esistono nè meccanismi di rientro facile, nè flessibilità degli orari, per cui risulta impossibile rimanere nel mercato del lavoro anche nelle fasi del tuo ciclo di vita in cui hai bisogno di lavorare meno.
Ovviamente, a maggiore parità e autonomia femminile corrisponde anche un cambiamento delle forme di vita familiare, perchè una donna meno dipendente si può anche permettere di affrontare relazioni meno stabili. Insomma, il matrimonio non è più la sistemazione della vita, la sistemazione è il lavoro, per cui aumentano divorzi e unioni informali perchè le donne hanno meno bisogno di protezione. E devo dire che, almeno nei paesi più sviluppati, il risultato finale per donne e bambini non è brillantissimo, ma nemmeno disastroso, perchè c'è una situazione abbastanza protetta.
Invece, nei paesi del sud Europa, tra cui l'Italia, la famiglia è più protetta, ragion per cui il divorzio è quasi trascurabile. D'altra parte effettivame ...[continua]

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