Rossella De Vecchi insegna Lettere in una scuola media inferiore di Vigasio, in provincia di Verona.

Da tempo ti sei assunta l’impegno di trasmettere ai ragazzini la passione per la lettura...
Io lavoro in una piccola scuola in provincia di Verona. Il paese in cui insegno si chiama Vigasio, e si trova a 18 chilometri da Verona, conta, mi sembra, 5-6 mila abitanti, e non ha una libreria, c’è però un’edicola che vende dei best-seller. Esiste anche una biblioteca civica che però è chiusa: fino all’anno scorso era aperta un pomeriggio alla settimana, tenuta in funzione da una signora volontaria, e adesso non c’è più nemmeno quella.
Lì la mentalità è quella che sembra contraddistinguere il profondo Nord, cioè lavoro, lavoro, lavoro, e pochi altri interessi, al di là del consumo, la domenica, di parte di quello che si è accumulato durante i sei giorni lavorativi. Quindi un’idea di lettura per il piacere di leggere è poco diffusa. Per questo, a scuola, abbiamo cercato di incoraggiare l’incontro dei ragazzini con la lettura in questo ambiente che offre poco. Io insegno lettere, quindi per me la lettura è una delle facoltà fondamentali da sviluppare, poi a me piace leggere, e allora ho cercato di portare dentro la scuola, assieme ad altri insegnanti, proprio questa dimensione della lettura come piacere. Ora, la lettura come piacere è una parola d’ordine su tutte le riviste di didattica dell’italiano, in tutti i convegni, per cui non è assolutamente una novità, però di fatto la scuola media è molto più arretrata rispetto a queste elaborazioni: c’è ancora l’idea che leggere significa acquisire abilità, quindi si legge un testo, magari un capitolo di un bel libro, poi si fa l’analisi dei personaggi, tempi e luoghi, e magari anche il riassunto, e il commento.
Questo ammazza il piacere di leggere. Lo sanno tutti, ma la rigidità didattica finisce per vincolare anche gli insegnanti più innovativi, che si sentono in dovere di fare queste cose per essere bravi insegnanti. L’esperimento che ho messo in atto è stato, invece, di fare didattica in determinati momenti, quindi con il testo di antologia, con tutti gli apparati critici, le griglie, e di leggere per il gusto di leggere in altri momenti, quindi lettura ad alta voce senza bisogno di fare né riassunti né relazioni né commenti, solo ascolto. Da questa convinzione, è nata anche l’idea di rivoluzionare la biblioteca che c’era a scuola, rispettando il criterio dell’ospitare anche libri che vengono letti solo perché piacciono, senza nessun intendimento didattico, o comunque scolastico.
Parliamo un po’ di questa biblioteca...
La prima operazione è stata quella di spostare la sede fisica della biblioteca, togliendola dalla stanzina dove si trovava, che era sempre chiusa, con le tapparelle abbassate, con la luce fioca, e con i libri ricoperti tutti ugualmente di una carta blu che impediva assolutamente di vedere la vera copertina, di maneggiarli, di gustarli. Tutto questo perché usandoli, i libri si rovinano, e poi si perdono. Ed effettivamente adesso che la biblioteca viene utilizzata, spariscono i libri; i più belli ovviamente. Cioè non i più belli per quello che può essere il gusto adulto, ma i più belli per loro, per esempio gli horror, i rosa.
Insomma qui la situazione era quella comune a quasi tutte le altre scuole medie che conosco, dove la biblioteca è la stanza più schifosa della scuola, perché tanto non serve, così i libri sono cacciati dentro alla rinfusa e gli orari di utilizzo sono veramente infelici.
Allora, due anni fa avevo una terza media che faceva il tempo prolungato, il che mi consentiva di avere delle ore in più rispetto all’orario curriculare, così senza trascurare i miei impegni di insegnamento, sono riuscita a impostare un progetto di biblioteca insieme ad altri insegnanti, in particolare una di tecnica che mi ha aiutato molto sul piano informatico. Sicché, anche con l’aiuto di alcuni bidelli, abbiamo spostato gli armadi con tutto questo materiale in una stanza più grande, inutilizzata e molto luminosa, con una parete tutta di finestre a est, quindi un luogo piacevole. Sistemati i mobili, abbiamo decorato le pareti con colori molto vivaci, utilizzando delle immagini scelte per individuare due spazi nella biblioteca: quello della lettura per il piacere di leggere, quindi la narrativa, e quello invece dei testi che riguardano le varie discipline.
Ora, lì si sono creati immediatamente dei problemi di questo tipo: cioè creato un luo ...[continua]

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