Teheran, giugno 2009
Sono onorata di presentare la vincitrice del Premio Alexander Langer di quest’anno, la signora Narges Mohammadi.
Narges è nata nel 1972 nella città di Zanjan in Iran, dove ha vissuto fino al termine degli studi superiori. A 19 anni si iscrive al corso di Fisica Applicata all’Università di Imam Khomeini e inizia subito a partecipare al movimento studentesco, attivamente impegnato nella promozione della democrazia in Iran, e divenuto, con il tempo, uno dei movimenti studenteschi più importanti nell’area medio orientale. Le attività di Narges di questo periodo l’hanno resa tanto popolare da far sì che il suo viso diventasse tra i più noti del movimento studentesco. In quegli anni Narges incontra un noto attivista politico, Taghi Rahmani, già condannato a 11 anni di carcere per il suo impegno a favore della democrazia. L’incontro li porta a unirsi in matrimonio, ma poco dopo Taghi Rahmani, insieme ad altri 21 attivisti socio-politici, subisce due arresti consecutivi, viene messo in carcere e condannato ad altri quattro anni di prigione. Narges continua l’impegno a rinsaldare la sua famiglia politica e lotta, in modo instancabile, per la liberazione dei prigionieri politici. A causa di questa attività viene arrestata e condannata a un anno di detenzione. Narges, da donna iraniana, conosce molto bene la condizione giuridica e i pregiudizi verso le donne, per cui amplia il suo raggio di azione iniziando a partecipare al movimento per la parità dei diritti delle donne in Iran. Pubblica numerosi articoli e tiene svariate conferenze pubbliche per cui, anche in questo campo, diventa un personaggio stimato. Alla fine degli studi universitari inizia a lavorare come giornalista indipendente e collabora con giornali come Payam Hagiar e Dovvome Khordad che, purtroppo, saranno poi chiusi dal governo della Repubblica Islamica dell’Iran. Il lavoro di Narges come giornalista non si arresta e inizia a lavorare utilizzando i siti internet. Per il suo impegno è considerata una delle più assidue attiviste della Campagna che sta raccogliendo un milione di firme per l’abolizione della disparità dei diritti delle donne.
Subito dopo la fondazione del Centro dei Difensori dei Diritti Umani Narges ne diviene un membro attivo e dopo poco tempo entra a far parte del Consiglio Superiore. Le sue attività all’interno del Centro la portano a far parte del Comitato per le Donne e del Comitato per il Sostegno delle Famiglie dei prigionieri politici. Attualmente è vicepresidente del Centro dei Difensori dei Diritti Umani.
La complessa attività di questa donna iraniana impegnata per ottenere la libertà ha causato numerose interrogazioni e consistenti opposizioni da parte del Ministero dell’Informazione: nel maggio del 2009 le è stata impedita la partecipazione al seminario "Donna e Democrazia”, organizzato dall’Istituto delle Donne Premio Nobel, in Guatemala. Le forze di sicurezza iraniane le hanno impedito, in modo illegale, di lasciare il territorio iraniano, le hanno ritirato il suo passaporto e Narges ha dovuto subire nuovi interrogatori da parte della polizia. A tutt’oggi non è riuscita a rientrare in possesso del suo passaporto.
Quando le autorità governative della Repubblica Islamica dell’Iran hanno impedito a Narges di uscire dal Paese, è iniziata un’ondata di proteste nazionali e internazionali e le donne, da tutte le parti del mondo, le hanno dichiarato la loro solidarietà.
Attribuire il premio internazionale Alexander Langer a Narges Mohammadi rappresenta un sostegno al movimento per la democrazia in Iran: è un gesto che riscalda il cuore di tutti coloro che lavorano per instaurare la parità dei diritti in Iran e che sono costretti a subire continui impedimenti, di natura illegale, da parte delle autorità del Governo della Repubblica Islamica dell’Iran.
Vorrei ringraziare personalmente la Fondazione Alexander Langer per la sua scelta e chiedere che continui a sostenere, anche in futuro, questa attivista dei diritti umani. Spero che questo premio possa aiutarci a fare un ulteriore passo in avanti verso il raggiungimento dei nostri obiettivi.
Shirin Ebadi
(traduzione dal farsi a cura di Faezeh Mardani)



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